Climate Change: il futuro non è incoraggiante
Il cambiamento climatico è la minaccia esistenziale del nostro tempo
Il grido d’allarme arriva direttamente dall’amministratore della NASA Bill Nelson. Per gli scienziati stiamo già assistendo agli effetti. La controprova sono i disastri naturali che quasi quotidianamente colpiscono il nostro pianeta. Natura in sofferenza, qualità dell’aria nelle città spesso oltre i valori stabiliti e infine il surriscaldamento dei mari e lo scioglimento dei ghiacciai.
Il 2021 è stato a livello planetario il sesto anno più caldo dal 1880, ovvero da quando vengono raccolti in modo regolare dati meteo attraverso tutto il mondo. Un anno, il 2021, insolitamente caldo soprattutto nel Nord Africa, in Medio Oriente e in molte zone del Nord America. Ma il 2021 anche un suo particolare record: luglio 2021 è infatti a livello globale il mese più caldo degli ultimi 142 anni.
Anno dopo anno vengono continuamente riscritte queste preoccupanti classifiche, un aggiornamento continuo che deve far riflettere perché nonostante nell’ultimo decennio le tematiche ambientali abbiano riempito le prime pagine dei giornali, non c’è stata l’inversione di rotta. Ad oggi dalle parole non si è ancora passati ai fatti e il risultato è questo. A livello planetario l’anno più caldo dalla fine del 1800 ad oggi è il 2016, seguito al secondo posto dal 2020, poi dal terzo al quinto posto troviamo il 2019, 2015, e il 2017, seguiti dal sesto all’ottavo posto dal 2021, 2018 e 2014. Questo, secondo anche il meteorologo Andrea Giuliacci, significa che gli ultimi 8 anni sono anche in assoluto gli anni più caldi dell’era moderna, una prova chiara ed evidente del fatto che le temperature medie planetarie stanno rapidamente salendo.
La proiezione futura è tutt’altro che incoraggiante. Tra giugno e agosto in Europa si è registrato 1°C in più in media rispetto al periodo dal 1991 al 2020. Ovviamente ci sono delle eccezioni, come la Francia, uno dei pochi paesi non colpito dal caldo afoso. Siracusa, invece, ad agosto si è laureata come città più calda del vecchio continente, si sono toccati i 48,8°C, un primato da non sottovalutare. Recentemente abbiamo assistito al caldo infernale di Buenos Aires e dell’Australia mentre Canada e Stati Uniti erano alle prese con nevicate e temperature polari. Gli incendi, anche questi capaci di battere ogni record: 13 luglio - 25 ottobre, questa la durata del Dixie Fire, il più grande incendio della storia californiana che ha incenerito oltre 21 mila ettari di terreno.
Sperare che nel 2022 cambi qualcosa non è sufficiente. Basti pensare a questo inverno anomalo in Italia con il nord a secco con fiumi e laghi in sofferenza. Le risorse idriche in Lombardia sono inferiori del 51% rispetto al periodo 2006-2020. Alla confluenza tra Po e Ticino il livello idrometrico è sceso a -3 metri, più basso perfino del dato rilevato solitamente ad agosto.
Serve agire subito e imparare dagli errori passati.
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