Locatelli prolunga il Green pass e l'obbligo vaccinale: "Restino anche dopo l'estate"
Il coordinatore del Cts: "Ci aspettano mesi tranquilli, ma vaccinarsi è un segno di sviluppo e di civiltà di un Paese"
Le misure dell'obbligo vaccinale (per gli over 50 e per le categorie dei lavoratori per cui è previsto) e il meccanismo del Green pass per potere accedere a numerose attività, vanno mantenute. Lo ha detto il coordinatore del Cts, Franco Locatelli. "La premialità associata al Green pass deve restare - ha ribadito Locatelli -. Ha senso confermarla anche oltre l'estate. Vaccinarsi è un segno di elevato sviluppo e di civiltà di un Paese".
Locatelli ha rilasciato due interviste, al Corriere della Sera e a La Repubblica, in cui ha fatto il punto sulla situazione in Italia in questa fase (finalmente calante, pur con un numero di vittime ancora elevato) della pandemia. Il covid dà segnali di arretramento ma nulla va sottovalutato. "Si sta aprendo una fase nuova per il Paese. Tutti gli indicatori, dall'incidenza cumulativa a sette giorni ogni 100 mila abitanti all'indice Rt, fino al numero di posti occupati nelle strutture ospedaliere o nelle terapie intensive, mostrano chiaramente che stiamo uscendo dalla fase più critica e ora va gestita tutta la fase di riapertura" ha evidenziato il coordinatore del Cts.
"La progressività con adeguata pianificazione che ha improntato anche recentemente le scelte del governo - ha sottolineato Locatelli - offre le migliori garanzie". Quanto all'ipotesi di ridurre l'isolamento per i positivi asintamatici, osserva: "Non confondiamo l'assenza di sintomi con la non contagiosità", vi sono evidenze che "al quinto giorno dall'infezione una percentuale tutt'altro che trascurabile abbia ancora una carica virale rilevante".
Locatelli torna a ribadire l'importanza dell'ampia copertura vaccinale raggiunta. E spiega: i no vax sono un pericolo "soprattutto per loro stessi. Esporsi al rischio di essere contagiati significa non avere a cuore la propria salute. E smontiamo la credenza che la variante Omicron sia un banale raffreddore. Si connota per minore pericolosità rispetto alla Delta, ma non per assenza di potere patogeno. Le rianimazioni italiane, come dimostra l'analisi dell'Istituto superiore di sanità, accolgono malati, in larghissima prevalenza non vaccinati, infettati da Omicron in una percentuale tutt'altro che trascurabile".
Infine Locatelli si rivolge ai genitori che ancora esitano: "I vaccini tra 5 e 11 anni hanno confermato anche da noi il loro profilo di sicurezza", allora "perché non proteggere il proprio bambino anche da un rischio basso di malattia grave o persistente nel tempo?".
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