COVER E DUETTI

Sanremo 2022, le pagelle della quarta serata: Achille Lauro e Mahmood & Blanco emozionano

Cover e duetti per i 25 Big in gara. 

di Massimo Longoni

Quarta serata per la 72esima edizione del Festival di Sanremo. Per i 25 Big in gara è stata la volta di cover e duetti, tra classici italiani e internazionali degli anni 60, 70, 80 e 90. Emozionanti Giovanni Truppi con Capossela, Mahmood e Blanco e Achille Lauro con Loredana Bertè. Grande divertimento con Morandi e Jovanotti.

Noemi, "You Make Me Feel, Like A Natural Woman" Si cimenta con un classico di Carole King reso celebre da Aretha Franklin, perfetto per esaltare la sua vena black. Accompagnandosi inizialmente solo con il pianoforte ne dà una versione più intima salvo sciogliere le briglie con l'ingresso dell'orchestra. E' il suo pane e si vede che si trova a suo agio. 7,5 

Giovanni Truppi con Vinicio Capossela e Mauro Pagani, "Nella mia ora di libertà" Toccare De André è sempre impresa ardua e rischiosa. Dell'originale Truppi decide di abbandonare l'atmosfera sospesa per innervare il pezzo con un'anima ritmata che non aveva. Miracolosamente l'alchimia tra i tre fa sì che le cose funzionino e del brano rimanga intatta la carica emotiva. 9

Yuman con Rita Marcotulli, "My Way" Altro classico che il ragazzone romano presenta in una versione calligrafica, con la Marcotulli che infioretta con classe all'inizio salvo poi scomparire inghiottita dall'orchestra. Con un'interpretazione un po' troppo dolente, alla fine è proprio l'orchestra a mettersi maggiormente in evidenza. 6- 

Le vibrazioni con Sophie & The Giants, "Live and Let Die" Il pezzo di Paul McCartney con gli Wings è un brano di rara potenza, particolarmente adatto a cover heavy (vedi in passato i Guns N' Roses). Ovvio che calzi a pennello a Sarcina e compagni per poter sprigionare tutta la loro energia, con Sophie ottimamente integrata. Peppe Vessicchio al piano è la ciliegina sulla torta. 7,5

Sangiovanni e Fiorella Mannoia, "A muso duro" Pensi a Bertoli e questa canzone, sulla voce più esile e acerba di Sangiovanni, sembra un vestito un po' troppo largo da indossare. Ma lui ha la necessaria personalità e sfacciataggine per non farsi condizionare. Anche perché a riempire i vuoti ci pensa la Mannoia. 7-

Emma e Francesca Michielin, "Baby One More Time" La cover sulla carta più improbabile. Loro la risolvono mischiando la loro sensibilità al mood della canzone: inizio drammatico e sviluppo più aderente all'originale, ma sempre con un tocco di ironia. In più ci mettono una mimica interessante ed Emma sfoggia a un certo punto un inedito timbro à la Anastacia. Girl Power. 7,5

Gianni Morandi e Jovanotti, "Medley" Se vuole puntare alla vittoria Morandi deve calare l'asso. Ed eccolo. Duetto a sorpresa dell'ultimo minuto che è la chiusura del cerchio di questa collaborazione nata qualche mese fa. Quattro pezzi, presi dai rispettivi repertori due a testa, dimostrano come in fondo lo stile di Morandi e quello di Lorenzo siano insospettabilmente affini. Tanta energia... positiva. 8

Elisa con Elena D'Amario, "What A Feeling" Per il suo duetto Elisa opta per una scelta diversa, e per la canzone tratta dalla colonna sonora di "Flashdance" punta i riflettori sulla ballerina di "Amici". L'arrangiamento non si discosta molto dall'originale ed Elisa canta sempre bene, anche se in alcuni momenti sembra lasciare troppo spazio allo spettacolo rispetto alla canzone. 6,5 

Achille Lauro con Loredana Bertè, "Sei bellissima" Nessuna trovata scenica, lo spettacolo è tutto nella canzone. Che Lauro interpreta in maniera molto rispettosa e la Bertè con la consueta grinta. Non serve altro. 8

Matteo Romano con Malika Ayane, "Your Song" Romano inizia al piano per poi raggiungere Malika al centro del palco. La canzone di Elton John è un monumento e la differenza di spessore tra il giovane e la Ayane è palpabile. Ma lui ha qualità e crescerà. 6,5  

Irama e Gianluca Grignani, "La mia storia tra le dita" Uno dei gioielli di un grande autore che ha fatto di tutto per autosabotare la propria carriera. I due affrontano il pezzo in maniera scanzonata, forse un po' troppo, divertendosi forse più a raccogliere punti per il Fantasanremo che non a badare alla resa della cover... 6 

Ditonellapiaga e Rettore, "Nessuno mi può giudicare" Sono le uniche a non portare nessuno sul palco in aggiunta, quasi a sottolineare che già così la situazione è discretamente affollata. La versione del classico di Caterina Caselli è zoppicante, tra cambi di accordi che cambiano inutilmente il mood del pezzo e qualche difficoltà di Rettore. Il loro sembra un Festival in calando. 5,5 

Iva Zanicchi, "Canzone" Il classico di Don Backy è in realtà il pretesto per un omaggio a Milva, cui viene lasciato il compito di iniziare l'esibizione in una sorta di duetto virtuale. Poi Iva prende in mano il pezzo e lascia andare la sua voce. Tanto di cappello. 8

Ana Mena e Rocco Hunt, "Medley" La cantante spagnola viene raggiunta dal suo autore, nonché compagno nei successi estivi, per un medley di canzoni che vanno da "Il mondo" di Jimmy Fontana a "Se mi lasci non vale" di Julio Iglesias. Tutto mescolato in salsa dance. Poca logica e anche la resa è così così. 5

La Rappresentante di Lista con Cosmo, Margherita Vicario e Ginevra, "Be My Baby" Un inedito collettivo per trasformare il pezzo delle Ronettes in un brano electropop con tanto di break techno. Cosmo apparecchia la festa con suoni e beat perfetti, le tre cantanti sono impeccabili. 8 

Massimo Ranieri e Nek, "Anna verrà" Questa versione morbida e a tratti teatrale del brano di Pino Daniele non arriva dove sarebbe potuta arrivare. Quelle di Ranieri e di Nek sono due voci splendide che però non legano nella maniera migliore. Non sempre due più due fa quattro, resta comunque un omaggio rispettoso. 6,5

Michele Bravi, "Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi" Lucio Battisti è l'autore più coverizzato della storia italiana, ma questo non significa sia facile coverizzarlo in maniera adeguata. La trasformazione vocale di Bravi gli ha conferito una cifra originale quando si tratta di pezzi suoi, ma mal si adatta a questo brano. 5,5   

Mahmood e Blanco, "Il cielo in una stanza" Blanco è il più classico delle nuove proposte italiane, con il dono di riuscire a non sembrare, per questo, antico. Con le armonizzazioni di Mahmood il capolavoro di Gino Paoli viene così celebrato in maniera poetica e con grande misura. 8 

Rkomi con Calibro 35, "Medley Vasco Rossi anni 80" Grazie all'inconfondibile sound dei Calibro 35 gli anni 70 abbracciano gli 80 di Vasco: "Fegato fegato spappolato", "Deviazioni" e "Cosa succede in città". Rkomi sceglie il Vasco più urticante e anche meno scontato. Apprezzabile la scelta, così come la resa. 7+ 

Aka 7even con Arisa, "Cambiare" Una scelta coraggiosa, perché mettersi al confronto con la vocalità di Alex Baroni non è sfida semplice. Ma Arisa è in forma strepitosa e conferma che di voci come la sua ce ne sono davvero poche nel nostro panorama. Aka ha il grande merito di non sfigurare né nel duetto con lei né nel confronto a distanza con Baroni. 7,5

Highsnob e Hu con Mr Rain, "Mi sono innamorato di te" Le barre introduttive di Mr Rain e l'incertezza di Highsnob nell'attacco della canzone vera e propria di Tenco non sono l'inizio migliore. La bella orchestrazione e Hu risollevano un po' le sorti di un'esibizione comunque zoppicante. 5,5

Dargen D'Amico, "La bambola" Prende il successo di Patty Pravo e lo trasforma in un travolgente pezzo dance. Mirabile l'orchestrazione in una versione in cui persino le barre rap si amalgamano alla perfezione e non stonano. 7,5

Giusy Ferreri con Andy dei Bluvertigo, "Io vivrò senza te" Seconda canzone della serata presa dal repertorio Battisti-Mogol. Giusy, complice un'orchestrazione poderosa e l'apporto di Andy con tanto di assolo di sax finale, ne dà una versione quasi muscolare e vitaminizzata. Forse troppo. 6+

Fabrizio Moro, "Uomini soli" Il cantautore romano opta per una cover dalla doppia faccia: per metà dominano gli archi e un approccio morbido, il finale è decisamente rock. A fare da trait d'union tra le due parti la sua prova vocale, particolarmente ispirata. 7+

Tananai con Rosa Chemical, "A far l'amore comincia tu" Se fossimo al Fantasanremo puntare su Raffaella Carrà potrebbe essere al tempo stesso un bonus o un malus. Tutto dipende dalla resa. In questo caso è un malus. 5