La crisi energetica che sta colpendo duramente l’Europa si abbatte inesorabile su un fiore all'occhiello del made in Italy: le vetrerie di Murano. Le aziende artigianali sono letteralmente devastate dal rincaro dei prezzi del gas naturale e di giorno in giorno si vedono costrette a chiudere le loro fornaci perché i costi di manutenzione sono insostenibili.
Nel mese di dicembre, su venti vetrerie (e 60 fornaci in tutto), solo due erano ancora in funzione e ben diciotto erano inattive: è la conseguenza dell’aumento del 500% delle bollette del gas, ossia la fonte di energia indispensabile per produrre i manufatti che il mondo intero ci invidia.
I forni devono restare accesi 24 ore su 24, 365 giorni l'anno, per un consumo di otto milioni di metri cubi l'anno. Tradotto in euro: dai due milioni all'anno si è passati a un costo di più di otto. Una spesa insostenibile per la maggior parte delle aziende artigianali che stanno chiudendo.
L'emergenza dei vetrai di Murano ha attirato l'attenzione anche del "Washington Post": “Nessuno qui ricorda un dicembre così in sordina“, ha spiegato Cristiano Ferro, 52 anni, uno dei proprietari della Effetre, una delle aziende leader nel settore, costretta a spegnere i forni nell'attesa di tempi migliori.
Sei fornaci, 6-700 tonnellate di vetro semilavorato all'anno grazie al consumo di 1,5 milioni di metri cubi di metano, 34 dipendenti, ma per loro, oggi, non c'è certezza del futuro. "Non so quando riaccenderemo i forni", conferma il titolare. Così come non ci sono certezze per gli oltre 600 lavoratori dell'indotto, compresi i piccoli artigiani e i maestri del vetro soffiato.
Ai rincari di gas ed elettricità si sono poi aggiunti quelli delle materie prime (minerali come la sabbia e la calce usati per le lavorazioni), dei trasporti, degli imballaggi. A cascata, anche la manna degli ordinativi - soprattutto quelli più ingenti dall'estero - è stata stoppata da mille incognite, ma le bollette non si sono mai fermate.