Che il caldo sia diventato eccessivo è ormai chiaro a tutti. Fare un tuffo nel mare, oggi, può essere la soluzione per rinfrescarsi un po’, ma per quanto ancora sarà possibile?
La temperatura degli oceani sta schizzando alle stelle. Solo nel 2021 il calore accumulato corrisponde all’esplosione di sette bombe atomiche al secondo. Un dato che fa rabbrividire e che restituisce nel concreto la gravità della crisi climatica.
Il dato è emerso da uno studio pubblicato sulla rivista accademica Advances in Atmospheric Sciences e condotto da 23 ricercatori, tra cui Simona Simoncelli dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e Franco Reseghetti dell'Enea. Lo scorso anno, per il sesto consecutivo, la temperatura del mare ha raggiunto i valori più caldi mai misurati. Se pensiamo che gli oceani assorbono più del 90% del calore eccesso sulla Terra, risulta ancora più chiaro il problema del riscaldamento globale. Il quantitativo di energia accumulata negli scorsi 12 mesi supera addirittura di 145 volte quello dell’elettricità generata nello stesso tempo in tutto il mondo.
Il fenomeno oceanico-atmosferico conosciuto come La Niña, che avrebbe dovuto contribuire al raffreddamento delle acque, ha avuto un effetto quasi nullo. Anzi, la maggior parte delle grandi distese blu del Pianeta soffrono il caldo.
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Il riscaldamento si riscontra maggiormente nell’Atlantico e nell’Antartico, ma anche il Pacifico settentrionale ha raggiunto temperature record, con un drastico peggioramento dagli anni Novanta a oggi. Sotto una lente speciale c’è soprattutto il Mediterraneo. Le temperature rilevate nel bacino mostrano aumenti più intensi rispetto a quelli osservati nelle stesse profondità in altri oceani. La conseguenza è davanti agli occhi di tutti: più il Mediterraneo è caldo, più frequenti sono fenomeni meteo estremi, come ondate di calore anomale e piogge violente.
Uno scenario drammatico che non sembra voler migliorare. Il riscaldamento continuerà ad accumulare record su record finché le emissioni non saranno azzerate.