Il vescovo di Sanremo, mons. Antonio Suetta, attacca l'esibizione di Achille Lauro al Festival, al termine della quale il cantante si è auto-battezzato sul palco, allargando però la critica a tutta la manifestazione. "Ha purtroppo confermato la brutta piega che, ormai da tempo, ha preso questo evento canoro e, in generale, il mondo dello spettacolo - ha detto l'alto prelato -, servizio pubblico compreso. La penosa esibizione del primo cantante ancora una volta ha deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica evocando il gesto del battesimo in un contesto insulso e dissacrante". Anche "L'Osservatore Romano" è intervenuto nella polemica ma con altri toni, citando David Bowie e chiosando: "Non ci sono più i trasgressori di una volta".
"Ho ritenuto doveroso - dice -denunciare ancora una volta come il servizio pubblico non possa e non debba permettere situazioni del genere, sperando ancora che, a livello istituzionale, qualcuno intervenga".
Monsignor Suetta non è nuovo a questo genere di attacchi verso il Festival di Sanremo. "Basta pagare il canone Rai - aggiunge -. Non possiamo, infatti, trovarci di fronte a un canone obbligatorio sulla bolletta della luce, per poi essere offesi a domicilio. E questo sarebbe servizio pubblico?".
"L'Osservatore Romano" ha invece preferito un approccio morbido e sarcastico. "Volendo essere a tutti i costi trasgressivo, il cantante si è rifatto all'immaginario cattolico. Niente di nuovo - ha scritto il direttore Andrea Monda -. Non c'è stato nella storia un messaggio più trasgressivo di quello del Vangelo. Da questo punto di vista difficilmente dimenticheremo la recita del Padre Nostro, in ginocchio, di un grande artista rock come David Bowie. Non ci sono più i trasgressori di una volta".