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La svolta del 2035: stop ai carburanti

Tra sfide e interrogativi, il mondo si prepara a percorre la nuova strada dell'elettrico

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Sembra lontano, ma non lo è. Il 2035 si avvicina, portandosi tutti i doveri e i dubbi legati all'addio che tra tredici anni daremo ai motori a combustione interna. Ridurre le emissioni delle auto del 55% rispetto ai livelli 2021 entro il 2030 e del 100% entro il 2035, bloccando la produzione e la vendita di nuovi modelli come motori a benzina e diesel. Considerando che le auto sono responsabili di circa il 12% delle emissioni totali di anidride carbonica dell'Unione Europea. In che modo avvicinarsi alla data chiave? Innanzitutto servirà assorbire e riconvertire le professionalità. Parliamo dell'Italia, che ha almeno 73.000 dipendenti, fattore strettamente legato al cambiamento delle linee di produzione, che necessita di tempo. Dalle batterie ai sistemi di ricarica, dai propulsori al telati: tutte le case automobilistiche seguiranno un percorso a tappe che confluirà nella riconversione industriale definitiva all'insegna dell'elettrico, compresa la profonda modifica di tutta la filiera della componentistica.

Occorrerà poi abbassare i costi delle auto full electric. Quando e soprattutto prima che queste saranno le sole presenti dai concessionari. Un obiettivo da raggiungere tenendo ben presenti i tempi di avvicinamento. Il sorpasso sui veicoli a combustione dovrebbe arrivare nel 2030, quando la produzione delle auto elettriche raggiungerà quota 6 milioni e 700mila veicoli, pari al 50,2%. Fondamentale sarà presentarsi con una disponibilità di energia proporzionalmente aumentata rispetto ad oggi. Così come le colonnine di ricarica, che secondo i piani dovranno essere realizzate ogni 60 km sull'intera rete stradale. Senza dimenticare altri aspetti fondamentali. Serviranno sempre più fonti pulite, una produzione a bassa impronta di carbonio e il riciclo delle batterie su vasta scala. Una sfida stimolante, con molti attori e un obiettivo planetario che nessuno può permettersi di ignorare.

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