L’ascesa di Mussolini dalla fondazione dei fasci di combattimento, passando per la Marcia su Roma, fino al discorso in Parlamento del 3 gennaio 1925 e al dilagare dello squadrismo. E' quello che racconta "M Il figlio del secolo", a partire dal romanzo storico di Antonio Scurati (premio Strega 2019). Massimo Popolizio, nella duplice veste di regista e attore in scena, porta sotto la lente d’ingrandimento del teatro sei anni che sconvolsero l’Italia. Lo spettacolo debutta al Piccolo Teatro di Milano in prima nazionale il 2 febbraio.
"Non vedrete una puntata di Rai Storia" garantisce scherzosamente Popolizio, che descrive la pièce come "un'allegoria sul potere attraverso una lente italiana". Accanto allo stesso Popolizio, nei panni di Benito “il teatrante” e a Tommaso Ragno, in quelli di Benito Mussolini, diciotto attori per circa ottanta ruoli: (in ordine di locandina) Sandra Toffolatti, Paolo Musio, Raffaele Esposito, Michele Nani, Tommaso Cardarelli, Alberto Onofrietti, Riccardo Bocci, Diana Manea, Michele Dell’Utri, Flavio Francucci, Francesco Giordano; e ancora Gabriele Brunelli, Giulia Heathfield Di Renzi, Francesca Osso, Antonio Perretta, Beatrice Verzotti.
Adattamento in trentuno quadri del romanzo storico di Antonio Scurati “M”, lo spettacolo ha una struttura circolare, che si apre con l’ultima battuta del libro per poi tornare a quella stessa fatidica frase pronunciata in Parlamento da Mussolini al momento di addossarsi la croce del potere: "Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere".
Senza alcuna inclinazione al compendio storico e riepilogativo, il testo dello spettacolo mira a portare in scena una rappresentazione plastica ed espressionista dell’affermarsi del fascismo. Una storia, quella che instrada l’Italia al fascismo, che non si conosce mai abbastanza, in particolare quella dei sei anni che seguono la Grande guerra, con l’impresa di Fiume, il basculare del Paese verso la rivoluzione socialista, la reazione e il dilagare dello squadrismo, la rocambolesca Marcia su Roma (di cui nell’ottobre 2022 ricorre il centenario) e l’inesorabile efficacia di una dottrina politica che si sottrae alle categorie di giudizio con l’azione violenta.