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Quirinale, sesta fumata nera | Salvini e Conte: un presidente donna | Grillo tifa Belloni, ma stop da Iv e FI | Nella rosa anche Severino e Cartabia

Resta ancora in pista il nome di Draghi, che piace soprattutto ai governatori del Carroccio. Letta dopo vertice con Lega e M5s: "Abbiamo discusso in modo franco, lavoriamo per chiudere". Al sesto scrutinio oltre 330 voti per Mattarella

Tgcom24

"Si lavora per un presidente della Repubblica donna". Così venerdì sera, quando ormai è chiaro che anche il sesto scrutinio per l'elezione del Capo dello Stato non darà risultati, Lega e M5s sembrano trovare una quadra. Tutto porta al nome di Elisabetta Belloni, attualmente a capo dei servizi segreti, anche se il leader leghista taglia corto: "Non faccio nomi né cognomi". Ma se il garante del M5s, Beppe Grillo, plaude al nome della Belloni, fonti del Nazareno appaiono caute e fanno sapere che tra le papabili ci sarebbero anche Severino e Cartabia, mentre arriva un secco no di Italia Viva e Forza Italia. 

Le due fumate nere di venerdì La giornata di venerdì si chiude quindi con due fumate nere, quelle del quinto e del sesto scrutinio. La prima della giornata "accompagna" la bocciatura del presidente del Senato, Elisabetta Casellati, che si ferma a 382 preferenze, quindi alla candidata del centrodestra mancano ben 71 voti rispetto al numero di grandi elettori (453) del suo schieramento.

Alla sesta votazione si astiene il centrodestra: Mattarella ottiene 336 voti, Di Matteo 41, Pier Ferdinando Casini 9, Luigi Manconi 8, Mario Draghi e Marta Cartabia 5, Elisabetta Belloni 4, Giuliano Amato 3 e Casellati 2. Secondo i dati ufficiali, i partecipanti sono 976, votanti 531, astenuti 445: schede nulle 4, quelle disperse 9.

Conte e Salvini puntano sulla Belloni "Al momento la Belloni è la candidata di FdI, Lega e M5s". Un parlamentare di Leu riassume così la situazione nella tarda serata di venerdì. Di sicuro, il leader della Lega e il presidente M5s ci riprovano, dopo aver tentato il blitz nei giorni scorsi prima su Franco Frattini e poi su Elisabetta Casellati, stoppati innanzitutto dalla "strana coppia" formata da Enrico Letta e Matteo Renzi.

E sul nome della direttrice generale del Dis arriva anche il "placet" di Beppe Grillo. "Benvenuta Signora Italia, ti aspettavamo da tempo. #ElisabettaBelloni", ha scritto infatti su Twitter il garante del M5s.

Lo stop alla Belloni da Forza Italia e Iv Adesso il nome più forte è quello di Elisabetta Belloni, capo del Dis, molto apprezzata da Mario Draghi, subito sostenuta anche da FdI, oltre che appunto da Lega e 5 Stelle, una parte almeno. Secco, invece, il no di Iv, FI e Leu e molto fredda è apparsa la posizione del Pd. La Belloni è sicuramente un nome importante, non targato politicamente, molto considerato anche dentro il Pd e dagli stessi Letta e Renzi.

Il leader Iv, però, lo ha già stoppato in maniera brusca: "E' una straordinaria professionista, io la volevo ministro degli Esteri. La stimo molto, è una mia amica, è stata capo di gabinetto di Gentiloni e segretario generale della Farnesina, ma oggi è il capo dei servizi segreti in carica. Indipendentemente dal nome, in una democrazia del 2022 il capo dei servizi segreti non diventa Presidente della Repubblica, se non lasciando tutti gli incarichi e candidandosi di fronte ai cittadini".

Uno stop arriva anche da FI: "Non possono coesistere un tecnico nel ruolo di Presidente del consiglio e un tecnico nel ruolo di Presidente della Repubblica".

Pd: "Nella rosa Belloni, Cartabia e Severino" Letta è molto più cauto, non dice no, dal Pd arriva una nota che definisce "autorevoli" le "candidature femminili" che circolano. Perché per i democratici oltre alla Belloni c'è anche Marta Cartabia e Paola Severino. Ma, soprattutto, il leader Pd ripete che è "fondamentale l'unità della maggioranza".

Sullo sfondo resta l'opzione Draghi Se il Pd invita "tutti" a "prendere atto della spinta che da due giorni e in modo trasversale in Parlamento viene a favore della riconferma del presidente Mattarella", Iv finora ha detto no al bis e continua a lavorare per Pierferdinando Casini. Due soluzioni entrambe indigeribili per la Lega che spera ancora in "un nome terzo", ovvero quello di Mario Draghi che piace soprattutto nel fronte del Nord e dei governatori, anche se fonti del Carroccio avvertono: "L'opzione Draghi ci andrebbe anche bene ma il governo cadrebbe a giugno: i Cinque Stelle non reggerebbero". 

Forza Italia: "Per nome condiviso tratteremo da soli" A fine giornata Forza Italia si "smarca" dagli alleati di centrodestra. "Forza Italia, allo scopo di favorire una rapida e il più possibile condivisa elezione del Presidente della Repubblica, da questo momento in poi discuterà e tratterà autonomamente con le altre forze politiche", hanno infatti reso noto fonti di FI.

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