Svegliarsi nel cuore della notte, sudati e con il cuore in gola per un brutto sogno: succede ai bambini, ma anche a tanti adulti, Per la maggior parte delle persone, gli incubi sono un fenomeno occasionale, legati a momenti di particolare stress: gli esperti sottolineano che si tratta di un fatto piuttosto comune, che riguarda l'85% degli adulti almeno una volta all'anno. I brutti sogni diventano però un problema quando continuano ad angosciare anche durante il giorno. Eppure, rassicurano gli studiosi, il fatto di avere incubi non deve spaventare: i brutti sogni hanno un loro perché. Potrebbe trattarsi infatti di un modo con cui il cervello ci aiuta ad elaborare le emozioni negative e a liberarci di esse.
Gli scienziati da tempo si interrogano su quale possa essere la funzione dei sogni, belli o brutti che siano. Negli ultimi anni, la psicologia si è appoggiata agli studi dell'attività cerebrale, ricavandone una serie di informazioni sul perché il nostro sonno sia spesso popolato da immagini stravaganti e anche spaventose. Sulla rivista Current Directions in Psychological Science, Ross Levin e Tore Nielsen suggeriscono che fare regolarmente brutti sogni sia parte del sistema con cui il cervello elabora le emozioni.
Proprio la regolazione delle emozioni potrebbe essere infatti la funzione primaria del sonno REM, chiamata così perché è caratterizzata dai cosiddetti Rapid Eyes Movements (Moviemnti Rapidi dellOcchio), in cui avviene la maggior parte dellattività onirica. In contrasto con i sogni normali, gli incubi cioè i sogni così spaventosi da farci svegliare spaventati - possono formarsi quando fallisce il processo che regola le emozioni. Gli esperti spiegano che i brutti sogni non sono niente di strano, anzi, "potremmo dire che il sogno di 'default' è brutto", spiega Levin, psicologo della Yeshiva University a New York, specializzato in disturbi del sonno. Il cervello, insomma, è fatto in modo da affrontare e elaborare le emozioni negative. I sogni e, in genere, il sonno REM, potrebbero servire proprio ad elaborare i ricordi paurosi in modo che il cervello non ne venga sopraffatto.
Questa funzione è stata resa indispensabile dall'evoluzione umana perché rende l'individuo in grado di reagire alle minacce dell'ambiente circostante, superando meglio le difficoltà. Gli studi hanno mostrato che durante il sonno REM aumenta notevolmente lattività di alcune regioni del cervello, tra cui il sistema limbico, che regola le emozioni e la memoria. Se si fa un brutto sogno, chi dorme è talmente spaventato da risvegliarsi, interrompendo il normale processo di elaborazione delle emozioni, continuano Levin e Nielsen. Svegliarsi apporta un sollievo al momento, anche se si tratta di un conforto solo apparente. Chi ha avuto un incubo si sveglia con l'impressione che la minaccia fosse reale; per questo gli studiosi ritengono che in questo caso l'elaborazione delle paure non sia andata a buon fine.
Comprendere il perché degli incubi aiuta a mettere a punto cure più efficaci: oggi si tende a trattarli con la una terapia chiamata di ripetizione immaginativa, in cui il paziente, una volta sveglio, immagina e modifica le cose viste nel brutto sogno.