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Il medico consiglia... come combattere l'insonnia

A Tgcom24 la consulenza di Luigi Ferini Strambi, direttore del Centro del Sonno dell'IRCCS Ospedale San Raffaele 

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Il sonno ha un'influenza e un'importanza determinante sulla qualità della nostra vita ma, purtroppo, alcune persone non riescono a beneficiarne e trascorrono notti sveglie nel letto a rimuginare sulla mancanza di sonno con una serie di conseguenze che impattano poi sulla giornata e sulla salute. Porvi rimedio è possibile ma il problema va affrontato prima che cronicizzi. Ne abbiamo parlato con Luigi Ferini Strambi, direttore del Centro del Sonno dell'IRCCS Ospedale San Raffaele.

Cos'è l’insonnia 
Ne soffre circa il 7% della popolazione ed è più frequente nelle donne, negli anziani e in coloro che soffrono di disturbi psicologici come ansia e depressione. L'insonnia causa difficoltà di addormentamento e sonno frammentato da continui risvegli che determinano alterazioni di tipo fisico, psichico e cognitivo durante la giornata. «Una persona si definisce insonne quando per tre o più notti alla settimana per almeno tre mesi ha difficoltà di addormentamento con conseguente compromissione delle attività quotidiane» spiega il professor Ferini Strambi.

I sintomi
La presenza di conseguenze diurne è necessaria per fare diagnosi di insonnia. Perché ci sono soggetti che dormono poco (i cosiddetti brevi dormitori), ma non hanno ripercussioni di giorno. Invece, gli insonni presentano una serie di sintomi che compromettono le relazioni sociali, la vita lavorativa e il rendimento scolastico, come la mancanza di attenzione e i disturbi dell'umore. Spiega l'esperto: «Quando cronicizza, l'insonnia aumenta il rischio di sviluppare depressione anche in coloro che non ne soffrivano in precedenza». 

Le cause
L'insonnia può essere associata anche ad altri disturbi mentali, come ansia, abuso di alcol, psicosi. Da sottolineare che stress, ansia e depressione sono in assoluto le più comuni cause dell'insonnia. Ma ci sono altre patologie mediche come ipertensione, diabete, asma, disturbi della tiroide e il reflusso gastroesofageo, che sono associate ai disturbi del sonno e che, a loro volta, possono influire sulla quantità e qualità del sonno stesso.  

L’insonnia può essere collegata anche ad altri disturbi del sonno. «Ci sono persone, soprattutto donne, che soffrono della sindrome delle gambe senza riposo, un fastidio alle gambe che impedisce l'addormentamento: questi soggetti poi durante la notte hanno periodici movimenti degli arti, ogni 30-40 secondi, che causano microrisvegli e quindi un sonno frammentato» spiega il professor Ferini Strambi. 

Come si cura 
«Poiché l'insonnia spesso non guarisce spontaneamente, va opportunamente affrontata e prima si agisce meglio è» puntualizza l'esperto del San Raffaele. «Consiglio di cominciare correggendo i propri comportamenti: evitare il consumo di caffeina dal pomeriggio in avanti; evitare di fare sport alla sera e cercare di mantenere un ciclo sonno veglia regolare, cercando di favorire il rilassamento serale, magari leggendo un libro o ascoltando musica.  Se questo non è sufficiente, si può ricorrere alla terapia cognitivo-comportamentale (terapia specifica per l'insonnia che dura 7-8 settimane) oppure alle terapie farmacologiche: queste ultime soprattutto all'inizio possono essere di grande utilità per rompere il circolo vizioso dell'insonnia». 

Per quanto riguarda i farmaci, la categoria più utilizzata è quella degli ipnotici (benzodiazepinici e non-benzodiazepinici) che però vanno usati con estrema prudenza (soprattutto quelli a lunga emivita) e sempre su indicazione del medico. Peraltro esistono situazioni specifiche, come ad esempio la sindrome delle gambe senza riposo, dove i farmaci ipnotici non sono la terapia appropriata. 


Insonnia e Covid-19 

«Uno studio pubblicato sul Journal of Neurology, che abbiamo condotto sul personale amministrativo e sugli studenti dell’Università Vita-Salute San Raffaele durante il primo lockdown ha messo in luce gli effetti negativi che i mesi di isolamento hanno avuto sulla qualità del sonno: in particolare abbiamo osservato una tendenza specifica a spostare in avanti il ritmo del sonno. Ora stiamo portando avanti studi sugli effetti a lungo termine. Ad esempio, alcune ricerche hanno già evidenziato come l'insonnia sia la patologia di maggior riscontro nel follow-up dei pazienti che hanno contratto l'infezione da Covid» spiega Luigi Ferini Strambi.