Quirinale, vertice di centrodestra: "Votiamo un nome" | Torna l'ipotesi Casellati, Salvini: "Passaggi risolutivi"
Vertice Letta-Conte-Speranza per valutare la reazione del centrosinistra. Provenzano (Pd) ripesca il tweet del segretario Dem: "No alla presidente del Senato, così salta tutto"
Nella quinta votazione per eleggere il Presidente della Repubblica, il centrodestra voterà unito un nome. La decisione è stata presa durante il vertice di giovedì sera a Montecitorio. Fonti indicano nella presidente del Senato Elisabetta Casellati la candidata più probabile. "È il nome più prestigioso", dice il presidente della Liguria Giovanni Toti. "Ho avuto mandato di esplorare tutti i profili, adesso vado e chiamo. Conto ci saranno passaggi risolutivi", afferma il leader della Lega Matteo Salvini.
Vertice del centrosinistra, Provenzano: "No a Casellati" Nella notte si sono riuniti anche i leader del centrosinistra Letta, Conte e Speranza, che hanno convocato per venerdì mattina alle 8:30 una riunione delle delegazioni di Pd, M5s e Leu per decidere la reazione se il nome della Casellati sarà confermato dal centrodestra. Tra i Dem il primo a reagire è stato il vicesegretario Peppe Provenzano che ha ripostato il tweet in cui Letta nei giorni scorsi bocciava l'ipotesi. "Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all'opposizione, contro i propri alleati di governo sarebbe un'operazione mai vista nella storia del Quirinale. Assurda e incomprensibile. Rappresenterebbe, in sintesi, il modo più diretto per far saltare tutto", scriveva il leader del Pd.
Le perplessità sull'ipotesi Frattini In serata è circolata anche l'ipotesi di Franco Frattini. Rilanciato da Matteo Salvini, il nome dell'ex ministro degli Esteri del governo Berlusconi ha però fatto imbufalire il Pd, creato forte imbarazzo nell'ala dei Cinque Stelle fedele a Di Maio, e la freddezza di Forza Italia e Fratelli d'Italia. "Nella riunione siamo tornati alla terna e poi si è valutata una specie di ballottaggio tra Casellati e Nordio, credo non ci siano altri nomi", ha spiegato Vittorio Sgarbi al termine del vertice di centrodestra. "La mia idea è che se sono furbi, quelli dei 5 Stelle potrebbero votare Casellati e determinare, loro, l'elezione".
La cronaca della giornata Le trattative sempre più concitate chiudono una giornata in cui si registra un'altra fumata nera, la quarta, in un clima di caos e incertezza crescente. Dopo una notte di contatti sempre più intensi, malgrado le voci di una soluzione vicina, già di prima mattina si capisce che neanche giovedì sarebbe stato il giorno giusto per eleggere un Presidente. Il centrodestra si riunisce alle 8:30. Arrivando alla riunione Matteo Salvini boccia con poche parole sia l'ipotesi Draghi, sia quella Casini, rimettendo indietro di molti giorni le lancette della trattativa.
Quirinale: Salvini, Toti e Tajani caffè insieme prima del vertice di Centrodestra
L'astensione di massa del centrodestra Poi, malgrado l'irritazione di Giorgia Meloni, si decide l'astensione di massa, pur di dare una prova di compattezza. E' accaduto solo una volta nella storia, nel 1992. Esame superato con successo, visto che alla fine sui 453 i grandi elettori della coalizione, quasi tutti, 441, rifiutano la scheda. Sempre in mattinata l'ennesimo vertice Pd-M5s e Leu. "Bisogna che tutti si concorra a una soluzione senza vincitori e vinti - commenta il leader dem, Enrico Letta -, se non si esce da questa logica credo che non ci si riuscirà".
Fumata nera anche al quarto voto Ma sui nomi è ancora buio fitto, malgrado ormai il quorum sia sceso a 505. Durante tutta la chiama, si inseguono nei capannelli i rumors sulla candidatura di Elisabetta Belloni, data in forte crescita. E quello sull'eterno duello Draghi-Casini, con l'incognita di un possibile intervento a sorpresa del Cavaliere, che alla fine non arriva. Questo il responso dell'Aula: l'attuale Capo dello Stato Sergio Mattarella sale dai 125 voti di mercoledì a quota 166. Nino di Matteo, candidato da Alternativa c'è e dagli ex M5s prende il posto del giurista Maddalena, ottenendo 56 voti. Otto voti per Luigi Manconi, 6 vanno alla ministra Cartabia, 5 al premier Mario Draghi, 4 ad Amato, 3 a Casini e 2 a Belloni. Le nulle sono state 5, i voti dispersi 20.
Quirinale: vertice fra M5s, Pd e Leu alla Camera
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