La musica di Neil Young non sarà più ascoltabile su Spotify. E' la conclusione a cui la piattaforma di streaming è giunta in seguito alla polemica sollevata dalla rockstar pochi giorni fa. Il cantante aveva infatti scritto sul suo sito ufficiale una lettera pubblica chiedendo a Spotify di scegliere tra lui e Joe Rogan, conduttore di podcast molto famoso, accusato però di diffondere disinformazione sul coronavirus e i vaccini. Young aveva definito Spotify "la casa della disinformazione Covid" e aveva anche aggiunto: "Menzogne vendute per soldi", chiedendo la rimozione della sua musica.
Spotify, su cui Neil Young ha più di sei milioni di ascoltatori mensili, trasmette il popolare podcast 'The Joe Rogan Experience', in cui il mese scorso il conduttore, Joe Rogan, ha intervistato il dottor Robert Malone, uno specialista in malattie infettive, diventato un eroe nella comunità no vax.
Malone è già stato bandito da Twitter per aver diffuso disinformazione sul Covid suggerendo che milioni di persone siano state ipnotizzate nel credere che i vaccini funzionino per prevenire malattie gravi.
La critica a Rogan da parte di Young è arrivata invece, dopo che un gruppo di scienziati, professori ed esperti di salute pubblica avevano già chiesto a Spotify di eliminare l'episodio del podcast di Rogan del 31 dicembre, proprio quell'episodio in cui compare il dottor Robert Malone. Azione che Spotify non ha intrapreso.
In un dichiarazione ufficiale il servizio di streaming ha sottolineato: “Vogliamo che tutta la musica e i contenuti audio del mondo siano disponibili per gli utenti di Spotify. Da ciò deriva una grande responsabilità nel bilanciare sia la sicurezza per gli ascoltatori che la libertà per i creatori. Abbiamo politiche dettagliate sui contenuti in atto e abbiamo rimosso oltre 20.000 episodi di podcast relativi a Covid dall'inizio della pandemia".
Spotify si è anche detta dispiaciuta della decisione di Young, "ma speriamo di ridargli il benvenuto presto". Young ha affermato che molti utenti di Spotify stanno ascoltando informazioni fuorvianti sul COVID. Sono giovani, "impressionabili e facili da far pendere dalla parte sbagliata della verità", ha detto. "Questi giovani credono che Spotify non presenterebbe mai informazioni grossolanamente infondate", ha rimarcato, "purtroppo si sbagliano. Sapevo di dover provare a farlo notare". Young ha ringraziato la sua casa discografica, la Warner Brothers, dal momento che Spotify è responsabile dello streaming del 60% della sua musica in tutto il mondo e la scelta di abbandonare la piattaforma è stata "un'enorme perdita per la mia casa discografica".