Le scogliere coralline di tutto il mondo rappresentano gli ambienti con più biodiversità di tutti gli habitat marini e costituiscono un’essenziale fonte di vita e nutrimento per numerosi organismi. Le problematiche che questi ecosistemi devono affrontare però non mancano. Ad oggi infatti si calcola che il 45% dei reef mondiali è stato danneggiato irrimediabilmente dal riscaldamento globale. Tra le cause più diffuse troviamo il “coral bleaching”, ovvero lo sbiancamento dei coralli, la reazione di questi organismi alle condizioni di stress provocate dall’aumento della temperatura degli oceani.
La sensazionale scoperta della nuova barriera corallina a largo della costa di Tahiti, in Polinesia Francese, è avvenuta per caso quando la ricercatrice e subacquea Laetitia Hédouin, lo scorso novembre, aveva scelto proprio quelle acque limpide per un'immersione ricreativa. Una missione di ricerca scientifica sostenuta dall'UNESCO nell‘ambito del programma ricerche delle Nazioni Unite per mappare gli oceani, ha poi confermato il ritrovamento. Coralli giganti a forma di rosa che si estendono a perdita d'occhio per circa tre chilometri, con una larghezza tra i 30 e i 60 metri e con coralli del diametro di due metri che rendono quella a largo di Tahiti una delle barriere coralline sane e in perfette condizioni più grandi mai scoperte.
Scoperta nuova barriera corallina a Tahiti
Il responsabile della missione Alexis Rosenfeld, fotografo francese e fondatore della campagna 1 Ocean, ha dichiarato: “È stato magico poter osservare questi bellissimi coralli giganti a forma di rosa che si estendono a perdita d'occhio. Sono come un'opera d'arte. Si tratta di una scoperta straordinaria perché, finora, la stragrande maggioranza delle barriere coralline conosciute nel mondo si trovano a una profondità massima di 25 metri. Questa scoperta sembra quindi indicare che esistono molte altre grandi scogliere, situate a profondità superiori ai 30 metri, in quella che viene chiamata la zona crepuscolare dell'oceano, di cui semplicemente non conosciamo l'esistenza.”
Scoperta nuova barriera corallina a Tahiti
Al momento il reef non mostra né segni di sbiancamento né impatti da parte delle attività umane e nemmeno segni di squilibri legati alle onde generate dallo tsunami del vulcano sottomarino eruttato a Tonga che ha impattato su diverse aree del Pacifico. Proprio la profondità potrebbe essere la chiave del suo ottimo stato di conservazione: le acque profonde si scaldano molto più lentamente di quelle superficiali e così i coralli che si trovano a livelli inferiori potrebbero avere maggiori chance di sopravvivere. Secondo il professor Murray Roberts dell’Università di Edimburgo è di fondamentale importanza mappare e studiare questi ecosistemi per capirne il ruolo ecologico e soprattutto proteggerli.