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Dad e miopia, gli oculisti: "I bambini e i ragazzi peggiorano". Un rimedio? Uscire di casa

Tra gli effetti di lungo periodo che la pandemia ha portato con sé c'è anche un diffuso calo della vista. Particolarmente colpiti, rispetto al passato, gli studenti. Ma i medici hanno una soluzione, abbastanza semplice da adottare, per limitare i danni

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E' ormai cosa nota che la pandemia stia avendo un impatto negativo sulla salute dei giovani. Non solo dal punto di vista mentale. Anche il fisico, infatti, sta risentendo di quanto accaduto dall'inizio dell'emergenza. Una tendenza da cui non sfugge la vista. Nell'ultimo biennio, il prolungato ricorso alla didattica a distanza e, in generale, il massiccio utilizzo dei dispositivi digitali associato alla riduzione delle attività all'aria aperta e all'esposizione alla luce naturale, hanno contribuito ad accentuare i problemi degli studenti. In particolare uno sviluppo precoce della miopia. A segnalarlo è il portale Skuola.net.

In corso una "pandemia di miopia"

A spiegare meglio le cause del fenomeno è il dottor Giuliano Stramare, oculista pediatrico dell'ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona). Intervistato da "L'Arena", lo specialista ha spiegato come l'incremento delle visite oculistiche nell'ultimo anno rappresenti un dato su cui dover riflettere. Sebbene sia necessario qualche altro anno per analizzare meglio tale tendenza dal punto di vista statistico, il dottor Stramare è certo che "l'eccesso di tempo dedicato alle attività e all’uso dei device digitali di ogni genere e di esposizione alla luce artificiale rispetto a quella naturale hanno peggiorato la cosiddetta “pandemia di miopia“ a cui si sta assistendo già da alcuni anni e i cui fattori di rischio erano ben noti, già da prima dell’avvento della didattica a distanza”. Solo nel 2020, ad esempio, le visite oculistiche tra i giovani all'ospedale di Negrar si attestavano intorno alle 2.839: un dato in forte crescita.

I sintomi maggiormente lamentati dai giovani sono riconducibili all'affaticamento visivo. Non certo un caso, come spiega lo specialista: “La richiesta maggiore riguarda visite per cali della vista e sintomi come la cefalea non forte ma quotidiana, lacrimazione frequente, la necessità di dover strizzare spesso gli occhi, il rossore cronico”. Tutto ciò non vuole demonizzare i dispositivi elettronici, tanto meno la Dad. Ma è chiaro come lo stile di vita contribuisca sul nostro benessere.

Ridurre i danni potrebbe essere semplice

Ecco perché, a detta del dottore, la soluzione potrebbe essere abbastanza semplice e alla portata di tutti. L'ideale, spiega Stramare, sarebbe trovare un corretto equilibrio nell'esposizione alle varie fonti di luce, suggerendo di passare complessivamente “un'ora all'aria aperta per ogni ora passata davanti il computer”. Se questo non è possibile, sarebbe comunque consigliabile ai genitori di “fare uscire il più possibile i bambini da casa. È fondamentale l’esposizione alla luce naturale, inoltre l’occhio umano è progettato per la messa a fuoco in lontananza e guardare troppo a lungo un oggetto vicino costituisce sicuramente uno stimolo per la miopizzazione”.

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