Il cammino verso l'elezione del Presidente della Repubblica conosce un'altra giornata politica piena. Dopo il vertice del centrodestra e la rinuncia di Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni affermano che la coalizione "ha i numeri per fare proposte di alto profilo sui quali la sinistra non potrà porre veti come fatto nelle ultime settimane". Per Giuseppe Conte, il ritiro del leader di Forza Italia è "un passo avanti, ora cominciamo un confronto serio". Il Pd di Enrico Letta sottolinea invece che il centrodestra "non ha diritto di prelazione sul Quirinale. Ora ci vuole accordo alto su nome condiviso e Patto di legislatura".
Sul tavolo, finora, sono tre le ipotesi più accreditate: Mario Draghi, i cui destini però si intrecciano con quelli del governo, un Mattarella bis e il nome di Pier Ferdinando Casini.
Idea Riccardi per il centrosinistra - Il centrosinistra potrebbe scegliere il nome di Andrea Riccardi come candidato di bandiera nelle prime votazioni per il Quirinale. Il nome sarebbe emerso in ambienti M5s e viene confermato da fonti Pd come possibile scelta condivisa. Domenica è in programma una serie di riunioni per valutare il da farsi, compreso un incontro tra Conte, Letta e Speranza.
Fratelli d'Italia: "Nessun giudizio su Draghi, problema di chi lo sostiene" - Per Fratelli d'Italia "la questione di Mario Draghi al Quirinale, sulla quale non abbiamo espresso alcun giudizio, non è stata posta e sarebbe semmai problema che possono avere le forze che partecipano al suo governo". Durante la riunione di centrodestra "non sono state formulate da alcuno specifiche proposte di candidatura né tantomeno sono stati posti veti di alcun genere. Fratelli d'Italia resta ferma sulla necessità che il centrodestra esprima una o più candidature della propria area culturale, che rappresenta la maggioranza degli italiani".
Lega: "Il centrodestra lavora a una rosa di nomi, no a veti" - Il Carroccio, da parte sua, sembra rispondere "in diretta" a FdI, garantendo che la coalizione "lavora a una rosa di nomi, tutti di alto profilo". Fonti della Lega infatti affermano che "non si ferma l'impegno di Matteo Salvini: subito dopo il vertice del centrodestra, ha contattato i segretari degli altri partiti per confermare quanto emerso durante la riunione". Il leader leghista ha definito la scelta di Berlusconi "decisiva e fondamentale, un grande servizio all'Italia e al centrodestra, che ora avrà l'onore e la responsabilità di avanzare le sue proposte senza più veti dalla sinistra".
Conte: "Il ritiro di Berlusconi è un passo avanti, ora confronto serio" - Il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ribadisce "in modo chiaro: la candidatura di Silvio Berlusconi era irricevibile. Con il suo ritiro facciamo un passo avanti e cominciamo un serio confronto tra le forze politiche per offrire al Paese una figura di alto profilo, autorevole, ampiamente condivisa".
M5s: "Il governo Draghi continui a pieno regime" - Fonti del M5s lanciano poi un appello perché "le forze politiche agiscano rapidamente: l'attuale esecutivo continui a pieno regime, scongiurando rallentamenti che in questa fase sarebbero letali per il Paese. Conte continuerà la sua azione di confronto e contatto con i leader, che già ha portato i suoi frutti, nell'esclusivo interesse dei cittadini che si aspettano questo - e non tatticismi di quart'ordine - dal partito di maggioranza relativa".
Letta: "Scontro nel centrodestra, ora è tutto chiaro" - Il centrodestra "non è maggioranza e non ha quindi diritto di prelazione sul Quirinale, lo abbiamo detto fin dall'inizio". Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, aggiungendo: "Ora, col ritiro di Berlusconi e lo scontro deflagrato all'interno del centrodestra, tutto è chiaro. Ora ci vuole un accordo alto su un nome condiviso e un Patto di Legislatura".