Non tutti sanno che gli ipercelebri palazzi e monumenti di Washington hanno un comune denominatore veneto, nella persona dell’architetto padovano Andrea Palladio che, con il suo impareggiabile stile costruttivo conquistò l’America. Palladiani sono infatti sia la Casa Bianca e il Campidoglio. In Italia ci sono 24 ville venete che dal 1996 sono iscritte nella prestigiosa Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco: sono proprio quelle progettate dal Palladio. Di esse, ben 16 si trovano in provincia di Vicenza: ne presentiamo alcune.
Fu appunto in provincia di Vicenza che il celebre architetto veneto cinquecentesco (1508-1580) operò maggiormente al punto che, nonostante fosse nato a Padova, è da sempre definito “architetto vicentino”. Andiamo alla scoperta di questi capolavori architettonici, seguendo un itinerario ideale che parte nell’area settentrionale del Vicentino e arriva a Vicenza. Molte delle 16 ville palladiane vicentine sono visitabili, come ad esempio la notissima Rotonda e le ville Caldogno, Pisani Spagnolo, Godi Malinverni, altre lo sono solo su prenotazione, altre ancora invece sono private e quindi non aperte al pubblico (per conoscere modalità e orari delle visite, consultare.
Il tesoro vicentino - La provincia di Vicenza è punteggiata da una straordinaria concentrazione di scenografiche dimore, edificate dal Cinquecento in poi innanzitutto da Andrea Palladio e, poi, sulla sua scia da altri importanti architetti a presidio dei possedimenti terrieri delle grandi famiglie nobili, che vi si trasferivano d’estate per trascorrervi sfarzose e mondane villeggiature. Palladio con i suoi “Quattro Libri dell’architettura” aveva fissato le regole per la costruzione delle dimore signorili di campagna, che devono essere composte da due fabbriche, una per il padrone e la famiglia (per la vacanza e il riposo) e una per “governare e custodire l’entrata e gli animali” (ovvero per controllare la proprietà terriera). Un modello che fu ripreso in Italia (soprattutto nella Repubblica Veneta Serenissima) e all’estero (Stati Uniti compresi) fino al XIX secolo.
Villa Pisani Bonetti - Fu progettata dal Palladio nel 1542 a Bagnolo di Lonigo su commissione dei fratelli Pisani di Venezia. Tra le prime opere del maestro, si presenta incompleta poiché è priva del cortile a porticati. Maestoso è il salone centrale affrescato. Dopo un lungo e prezioso restauro, recentemente sono state riaperte nel parco le barchesse, in origine costruzione rustica con ampie tettoie ad archi a destinazione essenzialmente agricola, che ospitano relais dove i visitatori possono alloggiare e ristorante.
Villa Godi Malinverni – A Lugo di Vicenza: viene definita “l’opera prima del Palladio” in quanto progettata nel 1540, anche se nella fase di realizzazione ha subito alcune modifiche rispetto al disegno inserito nei Quattro Libri. La sua loggia, che ricorda alcuni palazzi veneziani, è decorata dal Padovano con un ciclo di affreschi dai suggestivi effetti illusionistici. Le nove sale, tutte aperte al pubblico, sono affrescate con opere del Padovano, di Gianbattista Zelotti e Battista del Moro. Ampio e lussureggiante il parco, con piante secolari e 1300 metri di viali, giardinetti all’italiana, vasche, fontane e una cinquantina di statue del Marinali e dell’Albanese. E’ stata set di importanti opere cinematografiche, fra cui Senso di Luchino Visconti. Seguendo ancora echi palladiani, on una rapida deviazione, da Lugo si raggiunge Bassano del Grappa, dove si trova il celebre Ponte degli Alpini, manufatto di legno più volte ricostruito, ma che- cosa forse non tutti sanno - sempre su progetto palladiano.
Villa Caldogno – Sorge nel paese omonimo e ha gli interni riccamente decorati da affreschi che raffigurano storie romane, paesaggi di genere e, nel salone centrale, la vita in villa dell'aristocrazia del tempo: il gioco delle carte, la danza, il concerto e la merenda portata a due innamorati… Per realizzarla, Palladio, amico di famiglia dei Caldogno, operò su una struttura preesistente, forse della prima metà del Quattrocento, ben visibile nel seminterrato.
Villa Almerico Capra - Universalmente nota come La Rotonda a ridosso della città di Vicenza, è considerata il capolavoro assoluto del Palladio ed è la villa più copiata al mondo, anche in tempi moderni, come racconta la riproduzione scala 1/1 che si trova a Nablus in Palestina. La magnificenza di questa dimora è stata decantata nei secoli da poeti come Goethe a illuminati statisti come Thomas Jefferson, grazie al quale l’opera palladiana di diffuse negli Stati Uniti al punto che nel 2010 una risoluzione governativa dichiarò Palladio padre dell’architettura americana. Qui fu girato nel 1979 il celebre “Don Giovanni” di Joseph Losey. Fu commissionata dal canonico Paolo Almerico. Al suo interno vi sono splendidi affreschi, come quelli di Alessandro Maganza che decorano il soffitto e quelli che adornano le pareti, raffiguranti divinità greche, realizzati da Louis Dorigny nel 1700. La barchessa venne progettata da Vincenzo Scamozzi mentre la cappella gentilizia, voluta dal conte Marzio Capra, venne disegnata da Girolamo Albanese.
Vicenza città del Palladio - Prima di tuffarsi nella visita dell’incantevole e prezioso centro storico di Vicenza, dove ben 23 sono gli edifici firmati da Palladio e dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’ Umanità (fra cui il Teatro Olimpico, il teatro coperto più antico del mondo, la Basilica Palladiana che nel 2014 è stata anche riconosciuta Monumento Nazionale, Palazzo Chiericati che ospita una ricca Pinacoteca, riaperta recentemente, Palazzo Barbarano che ospita il Palladio Museum) vale la pena di fare una vista anche ad altre due ville che, pur non essendo state progettate dal Palladio, ne echeggiano lo stile: la settecentesca Villa Cordellina Lombardi di Montecchio Maggiore, che custodisce importanti opere di Giambattista Tiepolo e Villa Valmarana ai Nani, che si trova a fianco di Villa La Rotonda, pure affrescata dai Tiepolo, padre e figlio, dove è custodito uno dei rari ritratti di Palladio.
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