OSTEOGENESI IMPERFETTA

Bambino dalle ossa di cristallo, il Comune di Milano non fa retromarcia ma apre ai genitori: "Li incontreremo"

L'assessore Scavuzzo chiude a qualsiasi ipotesi di trasferimento in un asilo comunale più idoneo e dice: "A febbraio si aprono le iscrizioni, la famiglia potrà iscriverlo in una nostra scuola"

Leonardo, il bambino "dalle ossa di cristallo", per ora non può essere trasferito in una scuola dell'infanzia più adeguata alle sue condizioni di salute. Il Comune di Milano, a cui la famiglia del piccolo ha chiesto aiuto perché si trovi per lui, 4 anni, una struttura più idonea rispetto ai container dove si trova ora con i suoi compagni, non cambia idea nonostante l'appello dei genitori al sindaco Giuseppe Sala e l'assessore Scavuzzo replica: "Non possiamo intervenire ma possiamo incontrare i familiari". 

L'assessore Scavuzzo ribadisce: "No al trasferimento" - Nei container adibiti ad asilo dopo che la sua scuola, in via Gattamelata, è stata chiusa per ristrutturazione, il piccolo non può stare per le sue ossa fragilissime dovute alla sua osteogenesi imperfetta, che gli provoca problemi anche con leggerissimi urti. Ma alla richiesta di trasferirlo in una struttura più adatta a lui, la vicesindaca e assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo spiega: "Leonardo oggi è iscritto a un asilo statale. A febbraio si apriranno le iscrizioni per il prossimo anno scolastico: il piccolo potrà essere iscritto a una scuola comunale. Ma ora non è possibile trovargli un istituto diverso: scavalcheremmo tutti gli altri bambini in attesa". 

La mamma: "Leo non è come gli altri bambini" - Un no a cui la mamma di Leo però replica: "Certo, lo so bene che ci sono delle regole, però dovrebbero anche esserci delle eccezioni per bambini come il mio, che soffrono di patologie così rare. E poi, tra le famiglie della scuola materna, nessuno ha obiezioni: gli altri genitori sono tutti solidali con noi per la battaglia di Leonardo". Lo vedono anche le altre mamme che il bambino si fa male per un nonnulla, e che gli spazi nei container sono troppo angusti per lui. Le maestre però non si esprimono e una di loro risponde con un secco "Ho fretta, lasci perdere". 

"Il bambino deve andare a scuola" - I genitori insistono spiegando che il bambino "non può più aspettare. Lui non ha le stesse necessità dei suoi compagni. Nello stesso tempo però ha il diritto di tornare in classe. Non nella sua, un prefabbricato troppo piccolo per garantirgli la sicurezza". 

L'assessore: "Incontriamoci" - L'assessore ribadisce che quelli adibiti ad asilo sono tutti "container a norma e non sono pericolosi di per sè" ma apre a un incontro con la famiglia e dice: "Se un confronto può aiutare a ricomporre le parti, perché no?". E anche il preside, in quarantena per il Covid, è d'accordo con i genitori di Leo: "Va messo nelle condizioni migliori perché non si faccia male".