Se le condizioni sono queste, era meglio restare in Dad: ben 7 studenti su 10 si dicono in disaccordo con la decisione del Governo di tornare a scuola in presenza. L’imperversare della variante Omicron, classi sparse tra scuola e casa, freddo polare in aula per mantenere l’aria salubre, la mancanza di mascherine FFP2: queste le maggiori criticità segnalate dai 3.000 alunni di scuole medie e superiori intervistati da Skuola.net alla vigilia dello sciopero nazionale degli studenti, indetto per il 14 gennaio, per dare loro la possibilità di far sentire la propria opinione - finora l’unica voce assente dal dibattito - su come mettere in sicurezza l’anno scolastico ma soprattutto la salute dei suoi protagonisti.
Gli studenti si uniscono al coro delle proteste
Così come parecchi presidi e amministratori locali, dunque, anche gli studenti si mostrano contrari alla decisione di rientrare in presenza. Il 69% degli intervistati, infatti, avrebbe agito diversamente: tra questi, circa la metà (45%) avrebbe aspettato che la variante Omicron rallentasse la sua corsa, senza avere una data precisa in mente; un altro 36% avrebbe proseguito con la Dad direttamente per tutto il mese di gennaio; il 19% si sarebbe limitato a chiudere le scuole per una settimana. Forse per questo ben 1 su 4 racconta che nel proprio istituto ci sono state manifestazioni di protesta circa la gestione del rientro tra i banchi.
Non manca chi sposa la linea del Governo
Tuttavia, la ferma volontà di riaprire è sposata appieno da 3 studenti su 10. Convinti che la situazione sia sì da tenere sotto osservazione, ma non così drammatica da imporre nuove chiusure. Non a caso, è il 65% dei favorevoli alla scuola in presenza a sostenere che, se si gestiscono bene le positività, tutto può proseguire tranquillamente. Mentre il 27% di loro è contento di tornare in classe, in quanto si è visto che la Dad non può sostituire la scuola tradizionale, quindi meglio rischiare.
Screening e mascherine FFP2 per mettere in sicurezza la scuola
Ma, anche tra le fila di chi appoggia la linea dell’Esecutivo, c’è chi pensa che lo sciopero di domani è l’occasione di ribadire i problemi che hanno afflitto la scuola per tutto l’autunno, soprattutto quelli che rendono complicata la lotta al virus: classi pollaio, assembramenti sui mezzi di trasporto pubblico, ecc. Per questo, gli studenti chiedono una nuova strategia. Sempre secondo il sondaggio di Skuola.net, oltre l’80% dei ragazzi allestirebbe regolari campagne di screening per tenere costantemente sotto controllo la diffusione dei contagi tra la comunità scolastica: una metà di loro concentrerebbe i test nelle zone dove volta per volta il virus ha una maggiore incidenza, l’altra metà li farebbe a tappeto su tutti gli alunni.
Inoltre, per proteggersi ancora di più, circa 2 studenti su 3 sono fortemente convinti della necessità che gli istituti forniscano gratuitamente in dotazione a tutti gli alunni delle mascherine FFP2, anche laddove è possibile mantenere il metro di distanza. Un altro 17% le distribuirebbe solo nei contesti in cui il corretto distanziamento non è praticabile; il 15% le darebbe solo agli studenti che ne facciano richiesta. Appena il 6% non vede perché non ci si debba fidare delle mascherine chirurgiche.
Il freddo complica le cose
Se le FFP2 distribuite a scuola sembrano essere ancora un miraggio, un elemento che non manca nelle classi è il freddo. Il Generale Inverno sta prendendo piede anche a causa della scarsa diffusione degli strumenti per la purificazione dell’aria. Secondo un’altra rilevazione di Skuola.net svolta prima della chiusura per le vacanze di Natale, infatti, ben il 60% dei ragazzi lamentava disagi per le basse temperature in aula soprattutto per la necessità di tenere aperte le finestre per garantire il necessario ricambio d’aria.
“In questo turbolento rientro a scuola finora è mancata una voce, quella dei ragazzi, che però inizia a essere forte e insistente”, così commenta i dati Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net. “Già dai primi giorni di scuola si sono moltiplicate le proteste negli istituti, fino ad arrivare allo sciopero nazionale annunciato per il 14 gennaio. Il mondo della scuola, rappresentato da presidi, insegnanti, lavoratori in generale e studenti, è compatto nel chiedere più sicurezza e più chiarezza nella gestione della quarta ondata. Le scuole devono rimanere aperte, ma perché questo sia possibile è necessario ascoltare le esigenze di chi le vive quotidianamente e assicurargli le migliori condizioni. E investire le risorse necessarie: gli studenti chiedono a gran voce mascherine FFP2 gratis per tutti, screening regolari per prevenire l’ingresso di positivi a scuola e di intervenire seriamente sul tema della sanificazione dell’aria, visto che nella maggior parte dei casi il problema si risolve semplicemente spalancando porte e finestre”.