Prof assenti, famiglie timorose, nuove regole sulle quarantene: gli scogli per la scuola in presenza secondo i presidi
Il mondo dell'istruzione è di nuovo sotto i riflettori, con le nuove misure anti-Covid che anziché agevolare sembrano ostacolare la didattica in presenza
Come è stato il ritorno a scuola dalle vacanze di Natale? Secondo il ministro Bianchi sostanzialmente in presenza, visto che appena il 6% dei docenti e il 4,5% degli studenti sono risultati assenti. E dopo aver incassato il successo al Tar contro l’ordinanza della Regione Campania, resta appena il 3,07% dei Comuni ad aver sospeso la didattica in presenza con un’ ordinanza.
La linea del Governo, dunque, sembra pagare; visto che le nuove norme in materia anti-Covid hanno un obiettivo chiaro, almeno sulla carta: evitare il più possibile, per quanti più studenti, il ricorso alla didattica a distanza. Nonostante l’aumento costante dei contagi. Che però spaventa una buona parte dei dirigenti scolastici al punto da spingere più di un terzo di loro a invocare ugualmente la Dad per almeno due settimane. E loro stessi chiedono di tracciare un personale bilancio, all’indomani del primo giorno di scuola in presenza dopo le vacanze di Natale, visto che quotidianamente vivono “sul campo” i nostri istituti e li coordinano. Skuola.net ha perciò intervistato, da Nord a Sud, alcuni di loro per capire meglio quali sono le luci e le ombre di questo ritorno tra i banchi
Assenze, quarantene e privacy: un rientro difficile per le scuole italiane
Laura Biancato, dirigente scolastico dell'istituto “Einaudi” di Bassano del Grappa ed eletta recentemente miglior preside d'Italia, spiega che la mattina del 10 gennaio, nel suo istituto, ha registrato “il 13% di assenza del personale”. Le mancanze si fanno sentire e hanno costretto a disporre la Dad per cinque intere classi. Quelle in presenza hanno poi visto l’attività frammentata, visto che il 10% degli alunni era collegato da casa per via di quarantene o contagi. Una situazione che ha messo in crisi anche la connettività della scuola, chiamata a gestire questo imponente flusso di dati da e verso l’istituto.
Oltre ai problemi di natura organizzativa, la Biancato insiste poi sulle numerose responsabilità che incombono sulla scuola, prima fra tutte la verifica dello status vaccinale degli studenti: “L'incognita più grande e preoccupante è sul come verificare lo stato vaccinale degli studenti, se tramite app o certificati, perché chiaramente c'è un problema di privacy. E' vero che c'è una norma dello Stato che ci permette di aggirare il problema ma abbiamo dei forti dubbi in merito”.
Infine, come molti suoi colleghi, anche Laura Biancato sembra non essere in sintonia con il Governo e in particolare con il ministro Bianchi: “Siamo stati tutto il fine settimana a gestire comunicazioni per organizzare al meglio il rientro - confessa la preside - è stato tutto predisposto al massimo delle possibilità, ma è del tutto evidente che questa non è la scuola che ci aspetteremmo, ci sono interferenze di natura organizzativa. A mio avviso sarebbe meglio una Dad ben organizzata e stabile al posto di un sistema misto che, per via della costante evoluzione, genera solo confusione”.
Mascherine FFP2 agli studenti: un altro nodo da sciogliere
Anche Cristina Costarelli, Presidente dell'Associazione Nazionale Presidi del Lazio e preside del Liceo “Newton” di Roma, esprime tutte le perplessità verso una situazione già critica prima delle vacanze. Secondo la dirigente scolastica, raggiunta da Skuola.net, “il rientro purtroppo è andato secondo le previsioni; quindi tanti assenti sia tra gli studenti che tra i docenti. Per quanto riguarda il Newton, conto 81 studenti positivi, e quasi un centinaio in isolamento. Sono 13 i docenti assenti, e quindi già oggi non ho potuto assicurare il servizio completo. Ogni classe ha tra i due e i tre studenti a casa e temiamo che il trend dei prossimi giorni porti a casa intere classi”.
Così come la Biancato, anche la Costarelli sostiene l'impossibilità di ottenere una didattica “sana” alla luce delle nuove disposizioni: “Noi torniamo a sottolineare che sosteniamo il rientro in presenza, ma quello a cui oggi abbiamo assistito non lo è. Qualche settimana di Dad per superare questo picco avrebbe potuto essere un modo ragionevole per gestire la didattica”.
Un quadro che si complica tenendo conto anche delle assenze dovute ad altri motivi, diversi dal contagio: “A livello regionale - dice Costarelli - ho ricevuto segnalazioni di molte famiglie che non mandano a scuola i figli per paura o perché in attesa di completare il ciclo vaccinale. Questi ragazzi quindi non stanno godendo del diritto all'istruzione. In generale, il valore medio degli studenti assenti in tutta la regione si aggira tra i 20 e i 25 per scuola, mentre per i docenti si attesta tra i 10 e i 15”.
Ma principalmente sono altri due i nodi da sciogliere e che preoccupano non poco il Presidente dell'ANP Lazio: “Aggiungo che rimane il problema della sorveglianza per vaccinati e non vaccinati: non sappiamo come gestire il discorso sulla privacy”. Infatti a oggi molti dei dirigenti scolastici non sanno come verificare lo status vaccinale o di guarigione degli studenti, che permette di continuare a frequentare le lezioni in presenza quando nel gruppo classe si riscontrano due casi positivi. Con uno o due casi la didattica, invece, in presenza è possibile indossando mascherine FFP2. Secondo Costarelli “un’altra questione aperta è chi fornirà le mascherine ai ragazzi in autosorveglianza. Il Ministero sembra indicare le scuole, ma gli istituti non hanno i fondi sufficienti”.
Mentre i presidi organizzano il rientro, studenti e genitori protestano
Proseguendo nel viaggio di Skuola.net lungo la Penisola, incontriamo Francesco Fuschillo, dirigente dell'istituto superiore “Don Milani” di Gragnano e reggente in un altro istituto comprensivo nel napoletano. Sebbene l’ordinanza regionale non coinvolgesse le scuole superiori, in entrambe le municipalità sono intervenuti i sindaci per estendere la Dad anche alle secondarie di secondo grado. Tra le scuole superiori aperte in presenza e a distanza, secondo il preside “in tutto il territorio di Napoli, ci sono state molte assenze, anche legate a innumerevoli proteste degli studenti”.
Anche i genitori hanno fatto la loro parte, essendo stati tra i fautori della sospensiva dell’ordinanza regionale grazie ad un ricorso al Tar. Che tuttavia non sarà efficace in tutta la regione: “Nei comuni dove ci sono ordinanze dei sindaci, quelle restano, perché per inattivarle ci sarebbe dovuta essere una impugnazione specifica. In buona sostanza, si torna in presenza in tutta la Campania, fatta eccezione per i pochi comuni dove ci sono ordinanze dei sindaci in giacenza, lì si rimane in DAD”.
Carenze di personale da un estremo all’altro della Penisola
In molte realtà della Penisola, dunque, si registrano tassi di assenza tra studenti e personale scolastico praticamente doppi rispetto alla media nazionale diffusa da Bianchi. “Tanti studenti assenti perché positivi, tanti in arrivo, tanti ce li segnalano in tempo reale. E tanta confusione.” Così commenta il primo giorno di scuola Amanda Ferrario, dirigente dell’Ite “Tosi” di Busto Arsizio, che prosegue: “Un buon 12% di docenti assenti a vario titolo ma soprattutto perché positivi. Quindi didattica mista, con un po’ di classi in presenza un po’ a distanza, con il docente che ha dovuto dividersi tra la presenza e la distanza, e soprattutto classi con nessun docente che potesse fare vigilanza e lezioni perché assenti”.
Alle assenze dovute al picco di contagi, si sommano quelle di alcuni docenti dell’organico Covid che non hanno accettato la proroga: “Il contratto scadeva con l’inizio delle vacanze di Natale - spiega Ferrario - e non avendo avuto notizie fino alla fine di dicembre, non hanno potuto organizzarsi”. “La Lombardia - aggiunge - ha avuto tanti studenti assenti e alcune scuole hanno avuto anche studenti in sciopero che chiedono a gran voce la didattica a distanza, essendo molto preoccupati dei contagi, degli spazi piccoli e di non avere mascherine FFP2”.
“Le percentuali di assenza riconducibili a Covid19 sono circa del 10% tra docenti, ATA e alunni, tra cui registriamo i più alti tassi di positività” afferma Salvatore Giuliano, preside dell’itis “Majorana” di Brindisi. Mentre Riccardo Rota, preside dell'istituto comprensivo Sobrero di Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, sottolinea le difficoltà che stanno vivendo le scuole in questo frangente. Riguardo alla mattinata del 10 gennaio, data del ritorno sui banchi, dice che “è stata impegnativa, come previsto”. Per il dirigente scolastico la situazione non è affatto rosea: “Abbiamo un elevato numero di casi di alunni positivi e in quarantena: abbiamo superato i 100 casi su 1500 studenti totali. Grazie alla fattiva collaborazione del mio staff, siamo riusciti a gestire la situazione senza troppe criticità, anche se ritengo che l’impegno richiesto alle scuole sia davvero notevole”.
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