"Quando sono caduta a terra è stato tutto così veloce, ho pensato 'mio Dio stanno per stuprarmi'. Vedevano che piangevo, li supplicavo di fermarsi, ma non si fermavano. Ridevano. Quelle mani erano così aggressive, con forza le infilavano tra le gambe. Non posso immaginare cosa sarebbe accaduto, se non avessimo avuto i pantaloncini". A "Quarta Repubblica" una delle due studentesse tedesche aggredite in piazza Duomo, a Milano, la notte di Capodanno, ricostruisce quegli attimi di terrore.
"Ricordo che giravo la testa velocemente e vedevo una mano, poi l’altra. Non so quante mani avevo addosso, ma erano tante. Penso fossero trenta uomini, non lo so, forse cinquanta", continua, sottolineando che il tutto è durato almeno una decina di minuti. "Non si fermavano, mi hanno strappato il reggiseno e mi toccavano il seno. Ero nuda, nel panico, ho cercato di proteggere il mio corpo da tutte quelle mani".
Nella sua ricostruzione dei fatti, la ragazza punta il dito anche contro la polizia, che, per quanto presente, non è intervenuta. "Quando ci siamo divincolate, abbiamo raggiunto le transenne e c’erano almeno cinque poliziotti che vedevano. Non so perché non sono intervenuti. La cosa scioccante, quando siamo uscite dalla calca, è che ci hanno detto solo 'mettetevi la mascherina', mentre noi stavamo piangendo".