Presentato in concorso alla 78esima Mostra internazionale del cinema di Venezia, arriva in sala dal 13 gennaio"America Latina" dei Fratelli D'Innocenzo con Elio Germano. E' "figlio del tempo, di questa angoscia e di questa paura che abitano dentro di noi e che la pandemia ha fatto detonare tutto insieme", dicono i gemelli, talenti "bulimici", appassionati autodidatti esuberanti arrivano con il loro terzo lavoro dopo gli exploit con "La terra dell'abbastanza" e "Favolacce", premiato a Berlino per la sceneggiatura. Un film che sfugge ai generi: "E' un thriller, una indagine antropologica, un horror e come sempre per noi c'è la famiglia al centro, il luogo delle nostre battaglie quotidiane".
A Latina, tra paludi, bonifiche, centrali nucleari dismesse, umidità, Massimo Sisti è il titolare di uno studio dentistico che porta il suo nome. Professionale, gentile, pacato, ha conquistato tutto ciò che poteva desiderare: una villa immersa nella quiete e una famiglia che ama e che lo accompagna nello scorrere dei giorni, dei mesi, degli anni. La moglie Alessandra e le figlie Laura e Ilenia (la prima adolescente, la seconda non ancora) sono la sua ragione di vita, la sua felicità, la ricompensa a un'esistenza improntata all’abnegazione e alla correttezza. È in questa primavera imperturbabile e calma che irrompe l’imprevedibile: un giorno come un altro Massimo scende in cantina e l’assurdo si impossessa della sua vita.
"E' un film molto personale in grado pensiamo di dialogare con tutti perché allo stesso tempo universale" dice Fabio D'Innocenzo. "Massimo è in crisi, una modalità di vita che riguarda tutti quando ci rendiamo conto che siamo diversi rispetto al ruolo da rappresentare. Un ruolo maschile che deve essere sempre un modello vincente per la società, bisogna essere performanti e in questo senso chi non ci riesce si allontana", racconta Elio Germano.
"America Latina" è "una fotografia impietosa del maschio, senza voler dare giudizi sul personaggio è la mascolinità tossica, di cui siamo vittime e carnefici al tempo stesso, a venir fuori" prosegue Damiano D'Innocenzo mentre Elio Germano puntualizza: "E' la storia di una ferita che si allarga sempre di più, è la storia di una vulnerabilità ma la vulnerabilità è essa stessa umanità, l’invulnerabilità è l'anti-umano. Possiamo ritrovarci un po' tutti in questo contrasto, un bipolarismo tra la nostra fragilità, sensibilità e quello che ci viene richiesto dalla società. Massimo fa un viaggio dentro se stesso, nel suo abisso, nella sua palude, nell'orrore nascosto sotto al tappeto volendo che non trapeli, per ritrovare la sincerità nell'estremo dolore e proprio per questo è una storia d'amore seppure appare altro".
Nel cast Astrid Casali, Sara Ciocca, Maurizio Lastrico, Carlotta Gamba, Federica Pala, Filippo Dini e con la partecipazione di Massimo Wertmüller. Intanto i D'Innocenzo sono alle prese con il nuovo progetto, una serie tv, intitolata Dostoijevski, di cui stanno scrivendo la sceneggiatura.
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