È scontro sul rientro a scuola. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha annunciato la non riapertura per le medie e le elementari perché, a suo dire, "è irresponsabile, non ci sono le condizioni minime di sicurezza". Di risposta, il governo si è detto intenzionato a impugnare la sua decisione.
Per stoppare la "fuga in avanti" di De Luca sarà necessario un passaggio in Consiglio dei ministri al momento fissato per il 13 gennaio. Nel decreto legge approvato il 24 dicembre è stata, infatti, prorogata la norma che limita "esclusivamente" alla zona rossa la possibilità agli enti locali di "derogare alle disposizioni" dell'esecutivo in tema di focolai ed elevata diffusione del virus.
Se in campo politico lo scontro impazza, sul territorio cresce l'apprensione. Da un lato il governo che, per bocca del ministro Patrizio Bianchi, ribadisce il "tutti in classe" il 10 gennaio, dall'altra amministrazioni locali, ordine dei medici, sindacati e presidi che chiedono di rinviare, di posticipare di almeno 15 giorni il ritorno tra i banchi.
La situazione nelle regioni - Sul campo resta un quadro epidemiologico in forte e rapidissimo peggioramento che causa difficoltà di tracciamento e di screening. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, parlando di scuola ha utilizzato il termine "caos" così come il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che ha scritto al presidente Draghi per "rappresentare la gravità della situazione delle ultime ore".
Una anticipazione di quanto potrebbe accadere da lunedì arriva dalla Lombardia dove oggi, 7 gennaio, è suonata la campanella in alcuni istituti. Moltissime le assenze tra gli alluni e il corpo insegnate (239 professori hanno presentato certificato per malattia nella sola provincia di Sondrio) a causa delle quarantene. Per i presidi della regione quando riapriranno il resto delle scuole "sarà come andare alle Termopili: non si è passati alla dad per scelta, ci arriveremo per necessità".
Le nuove regole - Il dl approvato il 5 gennaio introduce, infatti, nuove regole per la gestione delle quarantene: alla materna, in presenza di un positivo in classe, scatta la sospensione delle attività per 10 giorni, mentre alle elementari con un solo caso si applica la sorveglianza, che prevede un tampone al primo e al quinto giorno dalla scoperta del caso, e con due si va in dad per 10 giorni.
Per medie e superiori la norma prevede invece tre diversi step: con un caso di positività si continua ad andare a scuola in presenza e si applica l'autosorveglianza e l'obbligo di mascherine Ffp2; con due casi chi è vaccinato con il booster o guarito da meno di 4 mesi resta in classe, i non vaccinati e i vaccinati e guariti da più di 120 giorni vanno invece in dad; con 3 positivi, tutta la classe resta a casa e segue le lezioni da remoto per un tempo massimo di 10 giorni.
Per la Fondazione Gimbe è "evidente che con questa circolazione virale sarà molto difficile mantenere gli alunni nelle classi". "Ora si è puntato tutto sulle vaccinazioni, ma per esempio per ciò che riguarda la fascia 5-11 anni abbiamo fatto in tre settimane circa 400mila vaccinazioni che per qualcuno sono tante ma in realtà ci sono ancora 3 milioni e 200mila bambini da vaccinare", afferma il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta.