Sognavano un futuro insieme poi le loro strade si sono divise ma è rimasto l’amore per il piccolo Jeremy. Per la prima volta parla al settimanale “Chi” la ex del campione olimpico Marcell Jacobs: “A Natale Jeremy era con me, ha telefonato la nonna paterna, poi gli ha passato il papà…”. Il primogenito dell’uomo più veloce del mondo vive a Desenzano con la mamma Renata Erika Szabo, che vorrebbe che il figlio vedesse di più il papà. “Marcell all’inizio veniva a trovarlo, poi hanno iniziato a passare le settimane, e i mesi…”.
“E ha anche smesso di pagare il mantenimento per il figlio. Per un anno non ha pagato niente” accusa la donna, che dice che Jacobs non ha nemmeno telefonato al bambino per fargli gli auguri di compleanno a metà dicembre.
Marcell Jacobs e Renata si sono conosciuti al bowling di Sirmione: lui ci era andato con gli amici, lei ci lavorava. A fine serata le ha chiesto il numero di telefono. Era l’autunno del 2013. “Un colpo di fulmine – racconta la Szabo – Volevamo una nostra famiglia, una casetta. Anche se avevamo solo 19 anni, eravamo pieni di entusiasmo: avevamo dei sogni insieme”. Nella primavera successiva Renata era già incinta di Jeremy. Il parto è stato lungo e travagliato, ma Jacobs è sempre stato al suo fianco.
“A un anno dalla nascita di Jeremy, Marcell ha iniziato a viaggiare spesso per gli allenamenti, allora abbiamo pensato di spostarci a Gorizia…” continua il racconto di Renata che aggiunge che il campione era distratto dallo sport e dalla Playstation, e le cose iniziavano a raffreddarsi. Poi la compagna e il bambino se ne vanno di casa, ma la coppia si riappacifica e ci riprovano. “Ma lui era via per gli allenamenti… non vedevo miglioramenti… alla fine gli ho detto: ‘Marcell io così non riesco a continuare’. La cosa strana è che il giorno dopo ho scoperto che lui aveva un’altra…”. Scorrono i titoli di coda per Marcell e Renata ma resta Jeremy. “Lui è il padre di mio figlio, non lo odio, però Jeremy subisce l’assenza…” insiste Renata. La donna accusa l'ex di non pagare il mantenimento e di farsi sentire e vedere troppo poco con il bambino.
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