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Dal quorum allo spoglio, i passaggi per eleggere il presidente della Repubblica

Il Capo dello Stato viene eletto dal Parlamento riunito in seduta comune con 58 rappresentanti delle Regioni. Nelle prime tre votazioni serve la maggioranza dei due terzi, poi basta quella assoluta

Tutti i parlamentari, insieme con 58 rappresentanti delle Regioni, sono gli elettori del presidente della Repubblica. Il Capo dello Stato viene scelto dal Parlamento riunito in seduta comune a Montecitorio, presieduta dal presidente della Camera Roberto Fico. Tutte le Regioni eleggono per l'appuntamento tre esponenti, tranne la Valle d'Aosta che ne nomina uno solo. 

Di solito l'Aula di Montecitorio viene sistemata in modo da ospitare tutti i "grandi elettori" per l'occasione, ma difficilmente questa tradizione sarà possibile con il Covid e quindi molto probabilmente non tutti potranno stare in Aula durante le operazioni di voto. 

Ecco come funziona l'elezione del Capo dello Stato

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Gli elettori - Quest'anno i grandi elettori saranno 1008 o 1009: dipende dal giorno in cui ci sarà la proclamazione del dem Fabio Porta, che subentra ad Adriano Cairo, dichiarato decaduto il 2 dicembre. 

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I quorum - La Costituzione prevede che nelle prime tre votazioni la maggioranza richiesta per l'elezione sia quella dei due terzi dei componenti dell'Assemblea, cioè di 672 (o 673, dipende sempre dalla proclamazione del nuovo parlamentare). Il quorum si abbassa dal quarto scrutinio: per essere eletti basterà la maggioranza assoluta dei componenti dell'assemblea, cioè 505 voti. Non c'è una prassi fissa sulla cadenza delle votazioni; la seduta comune è considerata un'unica seduta anche se si sviluppa in più giorni. 

La votazione - Per consuetudine, votano prima tutti i senatori, poi i deputati e quindi i delegati regionali. La "chiama" dei grandi elettori viene ripetuta due volte. Ognuno, per assicurare la segretezza del voto, entra nelle cabine poste sotto il banco della presidenza dette "catafalco" e scrive il nome del candidato scelto sulla scheda che gli viene consegnata dal commesso e che è timbrata e firmata dal segretario generale di Montecitorio. Quindi, uscito dalla cabina, l'elettore deposita la scheda, ripiegata in quattro, nell'urna di vimini e raso verde, ribattezzata "l'insalatiera", davanti a cui c'è un segretario di presidenza. 

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Lo spoglio - Viene effettuato dal presidente della Camera, che legge in Aula i nomi dei candidati uno ad uno ad alta voce. Il conto delle schede viene tenuto dai funzionari della Camera e dai componenti dell'ufficio di presidenza di Montecitorio, che si assumono il compito di scrutatori. Nel 1992 Oscar Luigi Scalfaro era presidente della Camera e lesse le schede della votazione che lo portò al Quirinale. Ma, poco prima che il quorum fosse raggiunto, lasciò il posto al vicepresidente della Camera, Stefano Rodotà, e aspettò il risultato definitivo nel suo ufficio. 

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I risultati - Per ogni votazione, gli esiti vengono letti all'Assemblea al termine dello spoglio. Per essere messe a verbale, le preferenze ai candidati devono essere almeno due. Chi riceve un solo voto viene conteggiato genericamente tra i voti dispersi. 

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