Una signora scomparsa nel 2019 a Milano ha lasciato in eredità 900mila euro, da dividere in parti uguali, al canile municipale e a tre associazioni (la Fondazione italiana per la ricerca sul cancro, l’Opera San Francesco e la Lega del Filo d'oro) e 200mila euro al suo esecutore testamentario oltre che una casa al figlio di quest'ultimo, ma ad agosto è arrivato il colpo di scena. E' spuntato un secondo testamento che vede come unica erede la badante. E' così che è nata la battaglia legale tra il Comune e la donna, e ora sarà una perizia grafologica a determinare l'autenticità delle ultime volontà dalla signora scomparsa.
L'anomalia, secondo i legali di Palazzo Marino e delle associazioni, sta nel fatto che quando è stata richiesta contezza del nuovo testamento agli esecutori, con documentazione a supporto della correttezza e legittimità del secondo olografo, è stata data una risposta laconica che, come scrive il Corriere della Sera, "accenna vagamente ai rapporti tra la defunta e la signora senza aggiungere nessun particolare, ma conferma di voler dar seguito alle nuove volontà testamentarie. Fatta salva la parte del primo testamento che vede l'esecutore testamentario e il figlio eredi di un appartamento e di 200mila euro".
E' qui che per le associazioni i conti non tornano ed è per questo motivo che hanno concordato sulla necessità di una perizia grafologica, dando mandato al Comune di trovare un esperto. Il lavoro della dottoressa Laura Ricci, già perito della procura, non sarà così semplice visto che per fare il raffronto ha a disposizione solo la scheda anagrafica della defunta. Intanto i legali del Comune e delle associazioni hanno mandato due diffide per bloccare l'esecuzione testamentaria. Diffide che non hanno sortito alcun effetto, motivo per cui è stato dato ordine alla banca, dove i conti sono depositati, di bloccare ogni transazione.