Non ci sarà nessuno slittamento per il ritorno a scuola: gli studenti rientreranno in classe tra il 7 e il 10 gennaio, come previsto. La quarta ondata della pandemia non accenna a indebolirsi, ma il governo non cambia la linea prevista e conferma il calendario scolastico. Ci saranno però presumibilmente alcune modifiche per quarantene e distinzioni tra vaccinati e non nelle classi.
Quarantene e Dad - Le Regioni, che proprio di questo discuteranno martedì durante la Conferenza, spingono per eliminare il distinguo e aumentare, contemporaneamente, la soglia di positivi superata la quale le classi finiscono in Dad.
Cresce il contagio tra i giovanissimi - Preoccupano al momento i dati che riguardano i casi di positività tra i più piccoli, quella fascia d'età, cioè, che per ultima ha cominciato il ciclo vaccinale. Circa un contagio su quattro, rivela infatti la Società italiana di pediatria, riguarda nell'ultima settimana gli under 20. In un mese i ricoverati tra gli under 19 sono aumentati di quasi 800, 791 per la precisione, passando da 8.632 a 9.423.
Vaccinazione ancora indietro tra gli under 12 - A questi dati va aggiunto quello sull'andamento della campagna vaccinale, che stenta in particolare nella fascia 5-11 anni, dove si raggiunge appena il 10% degli immunizzati, contro il 70% tra i 12enni e i 19enni. Proprio per questo presidenti di Regioni e sindaci hanno espresso preoccupazione in vista della riapertura delle scuole, dove stanno comunque già arrivando le prime forniture di mascherine Ffp2.
Palazzo Chigi punta alla scuola in presenza - Alla proposta di Vincenzo De Luca di rimandare di 20-30 giorni la ripresa delle lezioni in presenza chiude le porte Palazzo Chigi, la cui linea, ribadita più volte dal ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, è quella di tenere aperte le scuole e relegare la didattica a distanza solo alle strette necessità. In disaccordo con De Luca il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, che dice: "Più che prendere la proposta delle Regioni, bisogna che il governo avanzi una sua proposta".
Verso la ridefinizione dei contagi "minimi" - Proprio per questo, a sette giorni dal rientro in aula, le Regioni provano a mitigare preoccupazioni e necessità lanciando la proposta di eliminare la distinzione, definita "discriminatoria" da più parti, presidi compresi, tra vaccinati e non. In vista della commissione Salute che si riunisce martedì, l'idea è di rivedere la definizione di un numero minimo di contagi in classe, che permetta indistintamente a tutti gli alunni di andare in Dad.
Al momento, su quest'ultimo aspetto l'ipotesi è di valutare tre o quattro contagi e, sotto questa cifra, prevedere l'autosorveglianza per tutti. Critica la posizione dell'Associazione nazionale presidi che, attraverso il presidente di Roma Mario Rusconi, denuncia "una serie di mancanze" in vista del rientro. "Era stato annunciato che sarebbero stati organizzati hub per fare tamponi agli studenti - afferma - ma a pochi giorni dalla riapertura non sappiamo nulla di preciso". Il tema del rientro sarà comunque anche al centro del confronto di martedì tra i governatori nella Conferenza delle Regioni e nell'incontro in programma tra il ministro Bianchi e i sindacati.