La pandemia sembra aver spinto gli studenti – e non solo loro – a riflettere di più sulle priorità della vita, focalizzando meglio gli obiettivi. Ma ha anche fatto scoprire nuovi mondi e possibilità, contribuendo a scardinare alcuni schemi tradizionali. Un discorso che vale, in particolar modo, per quelli che dovranno fare il passaggio più importante: quello dalle scuole medie alle superiori.
Come mostra l'annuale Osservatorio sull’Orientamento Scolastico del portale Skuola.net, costruito grazie al contributo di 1.000 alunni di terza media, raggiunti alla vigilia dell'apertura delle iscrizioni scolastiche per l'anno 2022/2023. Perché, come mai in passato, i ragazzi sembrano avere le idee chiare su cosa vogliono fare: ben 3 su 4 – uno dei dati più alti di sempre - alla fine di dicembre dichiaravano, infatti, di aver già scelto l'indirizzo in cui iscriversi
La pandemia fa scoprire nuove opportunità
Una decisione che, per molti loro, è maturata recentemente: oltre un quinto (il 22%) ha mutato la propria scelta proprio a causa della pandemia. Avranno tirato i remi in barca, spaventati dalle incertezze socio-economiche? Tutt'altro: solo 1 su 5 ha rinunciato all'idea originale per sopraggiunti problemi economici in famiglia - che invitano alla concretezza, tralasciando i sogni - o perché il settore inizialmente prescelto è stato particolarmente penalizzato dalla crisi. Al contrario, più di 7 su 10 proprio “grazie” all'emergenza hanno scoperto indirizzi di studio o settori lavorativi in precedenza non considerati.
Licei sempre in cima, ma tecnici e professionali possono crescere
Questo ragionamento potrebbe essere alla base anche delle tendenze che sembrano guidare le iscrizioni di quest'anno. Si dovrebbe confermare la storica preponderanza dei licei, sui quali a oggi è orientato il 60% degli studenti intervistati da Skuola.net. Ma è un dato - peraltro in linea con lo share raggiunto nelle iscrizioni all’a.s. 2021/22 - che se venisse avvalorato dai fatti rappresenterebbe un passo concreto verso il rilancio dell’istruzione tecnica e professionale, che nell’ultimo decennio ha invece visto perdere costantemente iscritti in favore dei licei. Sullo sfondo, però, restano le differenze di genere: le ragazze continuano in massa a preferire gli indirizzi liceali, i ragazzi pendono decisamente di più per tecnici e professionali.
Tra gli adulti resistono alcuni stereotipi
In generale, però, la mentalità dei più giovani sembra stia comunque cambiando: ormai solo 1 studente di terza media su 4 pensa che solo i licei preparino meglio al futuro (di studi o lavorativo) e la quota si assottiglia di anno in anno. I colpevoli dell’eccessiva “licealizzazione” restano soprattutto i genitori: in oltre la metà dei casi (54%) - a detta dei figli – in casa sono ancora convinti che gli indirizzi liceali siano l'unica scelta di qualità. Un vero problema per quel quarto abbondante di studenti (27%) per cui la famiglia avrà un “peso” determinante (o quasi) nella scelta della scuola, ma soprattutto per quel 13% che nutre orientamenti diversi dai genitori. Per fortuna, il 71% dice che la decisione sarà del tutto personale e autonoma.
L'orientamento scolastico continua a essere insufficiente
Una scelta che, però, per molti continua ad avvenire “al buio”, come accaduto in passato a tanti loro predecessori. In attesa che il PNRR porti con sé - come annunciato - una riforma dell’Orientamento, solamente il 27% degli studenti di terza media afferma di aver svolto attività in questo ambito sin dallo scorso anno scolastico. La prassi più comune - come riporta il 51% degli intervistati - è quella di iniziare direttamente in terza media e, tutto sommato, è sempre meglio che non fare proprio nulla, come accaduto agli altri (il 22%). Inoltre, in parecchi casi (24%), a fare orientamento ci hanno pensato i docenti interni all'istituto. Forse anche per questo, pur essendo stato aiutato dalla propria scuola, il 15% non ha trovato alcun utilità dall'orientamento e al 49% ha chiarito solo una parte dei propri dubbi.
Gli istituti di provenienza non sempre aiutano a scegliere
Istituti che avrebbero potuto fare molto di più anche su un altro punto: il consiglio orientativo, ovvero quel documento con cui gli insegnanti, assieme, danno al singolo alunno una visione di quali potrebbero essere i percorsi superiori più adatti a lui. Ebbene, a fine dicembre un quarto degli studenti di terza media (23%) non l'aveva ancora ricevuto e il 36%, pur avendolo avuto, lo ha ritenuto di scarsissimo supporto. Eppure secondo il Ministero dell’Istruzione andrebbe “reso noto ai genitori e agli esercenti la responsabilità genitoriale degli alunni in tempo utile per l’iscrizione alla scuola secondaria di secondo grado”.
Dai ragazzi uno sguardo verso il futuro
“Qualcosa sta cambiando: 12 mesi fa gli indecisi a pochi giorni dall’inizio delle iscrizioni alle scuole superiori erano quasi il 40%. Oggi sono solo, si fa per dire, il 25%. Uno dei dati più bassi di sempre registrati dal nostro tradizionale Osservatorio sull’Orientamento Scolastico”. Così commenta i dati il direttore di Skuola.net, Daniele Grassucci. “Ma il merito non è né della scuola, dove le attività di orientamento ancora faticano a ingranare, anche a causa del periodo difficile, né delle famiglie, che continuano a rimanere legate a preconcetti su ipotetiche scuole di serie A e di serie B. Il merito è tutto dei ragazzi, che stanno dimostrando agli adulti come reagire alle avversità. Non si può che augurare loro, a questo punto, che la scelta sia quella giusta. E che gli adulti li aiutino a scegliere meglio il post-diploma grazie alla riforma dell’Orientamento prevista dal PNRR”.