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Appello "rosa" dal mondo della cultura: "Una donna al Quirinale"

Da Dacia Maraini a Edith Bruck, da Luciana Littizzetto a Fiorella Mannoia: "Non ci sono ragioni accettabili per rinviarlo ancora". I nomi: da Cartabia a Bindi, da Casellati a Gianotti

In prima linea per avanzare la candidatura di una figura femminile al Colle. Da Dacia Maraini a Fiorella Mannoia, intellettuali e artiste ci mettono la faccia: "È arrivato il tempo di eleggere una donna" al Quirinale. La storia repubblicana ha conosciuto fin qui solamente capi dello Stato uomini, la scelta del tredicesimo presidente della Repubblica dovrebbe a questo punto ricadere su una donna. La richiesta alle forze politiche arriva sotto forma di un appello nel quale si legge "non ci sono ragioni accettabili per rinviare ancora questa scelta"

Le firmatarie dell'appello - Dacia Maraini, Edith Bruck, Liliana Cavani, Michela Murgia, Luciana Littizzetto, Silvia Avallone, Melania Mazzucco, Lia Levi, Andre'e Ruth Shammah, Mirella Serri, Stefania Auci, Sabina Guzzanti, Mariolina Coppola, Serena Dandini, Fiorella Mannoia. Sono queste le professioniste del mondo della cultura che si sono esposte per chiedere "uno scatto" rispetto al passato. "Ci sono in Italia donne che per titoli, meriti, esperienza ed equilibrio possono benissimo" salire al Quirinale, anche se "non è questa la sede per fare un elenco di nomi" - si legge nel testo.

Le reazioni - L'appello ha riacceso il dibattito sui social. Qualche settimana fa erano già nate diverse petizioni che andavano nella stessa direzione e anche il leader dei pentastellati Giuseppe Conte non aveva perso occasione per dire "vedrei bene una donna al Colle". "I partiti devono decidere da che parte stare. È ora che una donna rompa questo tetto di cristallo, una donna che esprima la forza delle donne, che si attivi e spinga per superare la disuguaglianza di genere e tutte le disuguaglianze, che sappia trovare la leva che solleverà l’Italia"- scrive Linda Laura Sabbadini, "direttora" centrale Istat, su La Repubblica

Toto-nomi - Per l'appello in "rosa", al Colle sarebbe il turno di una donna con il "carisma, le competenze, le capacità e l'autorevolezza per esprimere la più alta forma di rappresentanza e di riconoscimento" ma nessuna candidatura è specificata. Eppure da settimane circolano già dei nomi che per molti sarebbero degni dell'incarico: da Marta Cartabia, ministra della Giustizia, a Emma Bonino, senatrice radicale di Più Europa, da Maria Elisabetta Casellati, presidente del Senato, ad Anna Maria Tarantola, già presidente RAI, da Rosy Bindi, già presidente del Pd, a Fabiola Gianotti, direttrice generale del CERN di Ginevra, da Letizia Moratti, assessore al Welfare della Regione Lombardia, ad Anna Finocchiaro, già ministra per i Rapporti con il Parlamento. "L'importante è individuare il profilo giusto e poi avanzare una proposta" - commenta Luciana Castellina, oggi 92enne e colonna della sinistra italiana - che al Colle vedrebbe bene Rosy Bindi.

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