La mamma del bambino di due anni annegato in mare a Torre del Greco, nel Napoletano, ha confessato di aver ucciso il figlio. L'omicidio è avvenuto nella tarda serata di domenica nella zona della Scala, a ridosso dell'area portuale della città vesuviana. Il bambino è stato notato in acqua dopo che alcuni presenti avevano bloccato la 40enne, che minacciava di suicidarsi. La donna è stata fermata per omicidio volontario.
Secondo gli inquirenti, la mamma era convinta che il figlio fosse affetto da problemi di ritardo mentale, nonostante questa sua teoria non fosse finora stata confermata dal punto di vista sanitario.
Nella serata di domenica il marito della donna aveva dato l'allarme alle forze dell'ordine segnalando l'allontanamento da casa intorno alle ore 21.
La salma del piccolo è stata posta sotto sequestro e messa a disposizione dell'autorità giudiziaria. Gli inquirenti hanno disposto anche il sequestro della parte della spiaggia prospiciente la porzione di mare dove è stato recuperato il corpo senza vita del bambino.
L'avvocato di fiducia della donna, Ciro Tommaso Civitella, ha parlato di una "signora che non era presente a se stessa, che viveva una situazione di choc ed era in una fase di black out che andava avanti da alcuni mesi" da quando cioè "aveva riscontrato particolari sintomatologie del bambino che faceva accrescere in lei la paura che il piccolo potesse avere patologie riconducibili allo spettro autistico. La signora ieri sera esce per fare una passeggiata col figlio e, senza alcuna premeditazione, entra ancora una volta in questo tunnel e non capisce più niente, ritrovandosi poi con un bimbo tra le braccia senza vita".