FESTA IN UN CASOLARE

Capodanno, in centinaia a un rave party su Alpe di Poti ad Arezzo: intervengono le forze dell'ordine

Circa 500 persone, provenienti da tutta Italia, si sono date appuntamento in un vecchio casolare per festeggiare l'ultimo giorno del 2021. Ferito un residente. L'area è stata sgomberata

© Ansa

Sgomberato un rave party di Capodanno sull'Alpe di Poti (800 metri sul mare) a Arezzo: è durato meno di 24 ore ma le intenzioni dei partecipanti erano di portarlo avanti per giorni, come è già successo nei tempi scorsi in Italia in altri eventi abusivi simili. Hanno iniziato a radunarsi la sera del 31 dicembre, erano 500 da tutta Italia. Ma la musica si è quasi subito spenta intorno alle 17 dell'1 gennaio.

Era questo l'ultimatum della questura e gli ultimi 200 partecipanti sull'Alpe di Poti, la montagna sopra Arezzo, sono piano piano andati via, identificati dalle forze dell'ordine. Di fatto, hanno rispettato l'ordine per lasciare l'area occupata per la megafesta a tutta musica, alcolici, probabilmente droghe come accade in questi eventi abusivi, tra boschi di castagni e (poche) radure coperti dalla nebbia. Sarebbe dovuta andare avanti a lungo, molti non volevano mollare, invece, spiegano le forze dell'ordine, hanno alla fine hanno ceduto.

Saranno comunque presi provvedimenti dalle autorità competenti, sanzioni e denunce. Le identificazioni riguardano numerose persone. Il rave party è cominciato con la musica che ha squarciato il silenzio in una zona rurale lontana dai centri abitati, luoghi dove i rumori urbani non giungono più. La città di Arezzo, con i suoi fuochi di saluto al 2022, è rimasta in lontananza, sullo sfondo. Sono arrivati in 500 un po' da tutta Italia, grazie al tam tam sui social, per organizzare un Capodanno sotto l'insegna del rave party. Hanno scelto una zona che un tempo fu sede della fabbrica di imbottigliamento delle acque Fontemura e di un albergo molto frequentato negli anni '60 ora in rovina. E' un'area disabitata. Pochissime le seconde case nei paraggi, usate in estate ma ora libere. Che si stesse per organizzare qualcosa le forze dell'ordine ne avevano avuto sentore da segnali colti dagli investigatori, specie sul web. Infatti sono subito scattati i posti di blocco appena i residenti delle frazioni ai piedi della montagna hanno segnalato il 31 dicembre un anomalo via vai di auto e di camion con casse e quant'altro per fare musica a tutto volume e montare un palco.

Molti i partecipanti che hanno sbagliato strada volendo raggiungere la zona, che è piuttosto impervia, interessata da una fitta nebbia e piena di strade anche sterrate note solo a chi è del posto. I controlli delle forze dell'ordine hanno impedito che molti giovani potessero raggiungere il cuore del party e sono stati respinti. Intorno a mezzogiorno le prime partenze di chi ha saggiamente rinunciato.

Non sono state segnalate particolari difficoltà mentre nella notte invece ci sono stati momenti più accesi per chi voleva insistere ad andare al rave. Al momento di sgombrare la strada da mezzi che la ostruivano un residente sarebbe stato colpito da una sportellata al volto durante una discussione con uno dei partecipanti. L'operazione è stata coordinata dal prefetto Maddalena De Luca ringraziato dal vicesindaco Lucia Tanti così come ha fatto con le forze dell'ordine tutte per gli interventi finalizzati a riportare ordine in maniera progressiva e con pazienza. Dopo le ultime partenze in un clima freddo e nebbioso su Poti è tornato il silenzio, mentre il serpentone dei mezzi ha lasciato la montagna prendendo la discesa per Arezzo e l'autostrada.