Il brand Lancia c’è, è vivo e presto comincerà a produrre di nuovo. Questo il succo dell’intervista fatta a Luca Napolitano, Ceo dello storico marchio fondato da Vincenzo Lancia nel 1906. Lʼoccasione, la premiere statica della nuova versione griffata Alberta Ferretti della Fashion City Car.
“Lancia, Alfa Romeo e DS rappresentano e rappresenteranno i prodotti premium all’interno del gruppo Stellantis. Soprattutto un marchio come Lancia, così carico di storia, che ancora vanta un imbattuto record di vittorie nei rally, vivrà una vera rinascita. Nel 2024 arriverà la nuova “Ypsilon”, nel 2026 sarà la volta di un’ammiraglia e, nel 2028, della nuova Delta. Ovviamente, parliamo di auto esclusivamente elettrificate e, dal 2026, di solo elettriche”. Un programma interessante dunque quello che ci annuncia Napolitano.
Le intenzioni sono buone e non potrebbe essere altrimenti per un marchio con un tale retaggio, del quale vogliamo ripercorrere la storia, a grandi passi. Era il 1906 e il “Big Bang” dell’universo auto era appena esploso quando due dipendenti Fiat ‒ Vincenzo Lancia e Claudio Fogolin ‒ decisero di dare vita al marchio “Lancia”. Vincenzo era già un pilota piuttosto noto e diede un’impronta indelebile a quelle auto, con un marchio che rappresentava una lancia e che fungeva da asta per una bandiera, sullo sfondo di un volante stilizzato.
Le regole d’ingaggio furono subito chiare: produrre auto fuori dagli schemi, con chassis basso e leggero e, soprattutto, una primizia per l’epoca: la trasmissione a cardano, al posto del sistema a catena. La prima auto, la “12 HP”, presentata al Salone di Torino del 1908, fu un successone, venduta in ben 100 unità, tante per l’epoca. Nel 2013 arrivava la Theta, lʼauto più innovativa del momento col suo impianto elettrico. Con la Prima Guerra Mondiale, come tante altre fabbriche, Lancia dovette convertirsi alla produzione bellica. Nell’immediato dopoguerra, la produzione automobilistica riprese e, tra i vari modelli, va citata la “Lambda”, la prima auto a scocca portante.
Fu un susseguirsi di successi, stoppati solo dalla Seconda Guerra Mondiale, ma poi l’azienda riprese a produrre auto sotto la guida di Gianni, figlio di Vincenzo Lancia. Ci si dedicò di più alle competizioni e fu fondata la “Scuderia Lancia” e la B20 vinse praticamente quasi tutte le competizioni dell’epoca. La produzione riprese all’insegna dell’alto di gamma, con la Aurelia che è stata la prima auto, in assoluto, ad uscire dalle catene di montaggio con un motore V6 e assetto a 4 ruote indipendenti.
E poi come non ricordare la mitica Stratos, che negli anni 70 ha dominato le competizioni, per poi passare il testimone alla Delta, con la quale ancora una volta il marchio Lancia è entrato nell’Olimpo del Motorsport: 15 Campionati mondiali Rally, tre Campionati del mondo endurance costruttori, una 1000 miglia, due Targa Florio e una Carrera Panamericana. Vedremo cosa ci riserverà il futuro.