Al mondo esistono tante persone il cui operato si discosta di poco da quello dei supereroi di film e fumetti. Alcuni di essi hanno scoperto anche come utilizzare tecnologia e videogiochi per portare avanti le proprie battaglie a favore dei meno fortunati. Questa è stata da sempre la missione di Padre Claudio Santoro, parroco della chiesa di San Barnaba a Roma, scomparso il 23 dicembre scorso.
Padre Claudio aveva 71 anni e nel 1984 si era trasferito da Milano nella parrocchia di San Barnaba Apostolo, a Roma. Il suo oratorio era diventato pian piano un centro di aggregazione in cui aveva accolto persone e famiglie bisognose italiane a straniere, arrivando a fondare nel '96 la casa famiglia Lodovico Pavoni.
Ma il parroco non era un sacerdote di stampo tradizionale: era riuscito a raccogliere tanti bambini e ragazzi dalla strada creando una sala giochi all'interno dell'oratorio. Era riuscito infatti a stringere degli accordi tramite i quali era riuscito a reperire una ventina di cabinati arcade nonché flipper respingenti a molla di grandi franchise, tra cui Gran Trak, Trojan e Ms. Pac-Man.
L'aveva fatto perché credeva nel potere benefico e sociale dei videogiochi, che avrebbe potuto risollevare in qualche modo il destino di tanti ragazzi che arrivavano alla sua parrocchia. "Ho intenzione di creare una struttura capace di accogliere a tempo pieno tutti quei bambini disagiati e costretti a crescere senza valori. È terribile vederli crescere nell'oratorio e poi marcire quando diventano più grandi", così aveva esordito quando aveva deciso di creare questo spazio privilegiato a San Barnaba.
La sua comunità ne ha onorato le esequie lo scorso 24 dicembre presso la chiesa che era ormai diventata la sua casa, definendolo come "un eroe dei nostri giorni". Eroi che dovrebbero essere ricordati sempre e che ci insegnano che non c'è bisogno di superpoteri o di riavviare una partita su console per aiutare il prossimo.