Il gip del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, ha archiviato l'inchiesta a carico del comandante di Sea Watch3 Carola Rackete che, ad aprile, era stata già definitivamente prosciolta dall'accusa di resistenza a pubblico ufficiale e violenza a nave da guerra. Nelle motivazioni si legge che la Rackete "ha agito nell'adempimento del dovere di salvataggio previsto dal diritto nazionale e internazionale del mare".
L'archiviazione Il nuovo procedimento, archiviato su richiesta del procuratore aggiunto Salvatore Vella e del pm Cecilia Baravelli, riguardava un episodio di tre giorni prima quando la trentatreenne tedesca, difesa dagli avvocati Leonardo Marino e Alessandro Gamberini, decise di entrare senza autorizzazione con la nave, che stazionava davanti Lampedusa ma in acque internazionali, nelle acque territoriali italiane.
"Non si poteva considerare luogo sicuro il porto di Tripoli" All'accusa di rifiuto di obbedienza a nave da guerra si era aggiunta quella di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per avere fatto entrare sul territorio italiano 53 immigrati. "Ha agito - scrive il gip - nell'adempimento del dovere perché non si poteva considerare luogo sicuro il porto di Tripoli". Il giudice cita un rapporto dell'Alto commissario per le Nazioni unite nel quale si sottolinea "che migliaia di richiedenti asilo, rifugiati e migranti in Libia versano in condizione di detenzione arbitraria e sono sottoposti a torture".