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Feste a quattro zampe: dilaga la mania del dog-à-porter

È boom globale degli abiti per cani, con tante celebrities in prima fila

Mode canine: come ti vesto il quattro zampe

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Foto: Instagram @brunovanzan_official
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In condizioni normali, il pelo del cane è un "cappotto" naturale più che sufficiente a proteggerlo dal freddo
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Il cappottino può essere utile con i cani di piccola taglia e a pelo corto
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Ormai il fenomeno della moda a quattro è diventata un vero trend 
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Non solo vestiti, ma anche accessori e persino gioielli
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Se vogliamo essere al passo con la moda, concediamoci pure qualche sfizio, ma pensiamo soprattutto al benessere del nostro pet.  
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Come resistere allo scatto instagrammabile?
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Avere il cane in stile con il nostro vestiario è un altro spunto molto gettonato
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Nel bosco con il cucciolo, in "matchy-matchy"  con il nostro look
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 Ricordiamoci però che i cani non sono giocattoli: evitiamo soprattutto vestiti e ornamenti fastidiosi
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Non riduciamoli così, anche se il levriero italiano Tika the Iggy è diventato una vera icona di stile sui social 
Dog-à-porter: il trend impazza, ma ricordiamoci solo del loro benessere

Glamour dall’inizio alla fine: la passeggiata in montagna o per le vie del centro città con il nostro amico a quattro zampe si trasforma in una passerella in cui sfoggiare abiti e accessori di gran moda. L’abitudine di agghindare Fido con cappottini, felpe, nastri e altri ornamenti è ormai dilagante, tanto che esistono eventi dedicati proprio alla moda per cani. Questa consuetudine sta influenzando in modo importante la scelta dei doni natalizi di milioni di persone in Italia e nel mondo, a cominciare dalle celebrities come Chiara Ferragni, Elena Santarelli, il campione automobilistico Lewis Hamilton, Paris Hilton e il flair bartender Bruno Vanzan. Vestire il proprio cane con maglioncini e cappotti di piumino può sembrare un vezzo contro natura, ma secondo gli esperti in alcuni casi può essere utile al benessere del nostro pet. 

IL MERCATO - La “dog-à-porter” mania è ormai un fenomeno ormai diffuso e dilagante, tanto che un recente articolo pubblicato dal magazine statunitense Artful Living ha stimato un mercato globale degli abiti e degli accessori per cani in ascesa dai 9,7 miliardi di dollari raccolti nel 2020 ai 16,6 previsti per il 2028, con una crescita di oltre il 70%. La tendenza ha già conquistato i social: su Instagram, infatti, l’hashtag #dogfashion ha già totalizzato quasi 2,5 milioni di post. Gli eventi a tema cominciano a moltiplicarsi e a riscuotere un successo crescente, come dimostrano ad esempio il New York Pet Fashion Show di Manhattan e il Furbabies Dog Pageant che si tiene in Gran Bretagna. 

SOLO PER BELLEZZA? – Il fenomeno, tuttavia, non è dettato solo dalla frivolezza: nei mesi più rigidi dell’inverno e in caso di pioggia o neve, il nostro Fido può aver bisogno di un aiuto in più per restare al caldo. Le variabili da tenere presenti sono le condizioni climatiche in cui ci troviamo (una corsa nella neve non è la stessa cosa di una passeggiata in centro città), la taglia del cane, la sua razza, la tipologia del suo pelo e sottopelo e, non ultimo, l’età del nostro amico a quattro zampe.  Come spiega Emi Nava, fondatrice di Bullfit Fashion ed esperta nel settore dell’abbigliamento e degli accessori per cani, infatti, “vestire il proprio cane, ad esempio il proprio bulldog inglese o bouledogue francese, non è solo una questione di moda, ma una necessità per evitare che i nostri amici incorrano in malattie da raffreddamento che possono diventare anche molto gravi, considerata la predisposizione di queste razze a patologie dell’apparato respiratorio”.  La pensa così anche il dott. Sandi Sawchuk, veterinario presso la School of Veterinary Medicine dell’Università del Winsconsin: la maggior parte delle razze sta bene con i propri mantelli pelosi, veri e propri “cappotti naturali”: tuttavia, "nessun cane può stare fuori a temperature molto rigide senza un riparo adeguato: cappotti e stivali possono aiutare a proteggere i cani dal freddo, dal ghiaccio e dal sale: se li tollereranno, penso sia una buona idea, soprattutto per i cani a pelo corto, molto magri e anziani". Tra i casi in cui serve un occhio di riguardo ci sono le “razze toy”, o quelle con i peli particolarmente corti, come i levrieri, in quali potrebbero trarre benefici da un cappotto all'aperto, o da un maglione anche al chiuso con basse temperature. Un abbigliamento invernale può essere utile anche ai cani più anziani, a quelli che hanno un sistema immunitario indebolito o malattie che potrebbero avere un impatto sui peli, come l'ipotiroidismo.

LE CELBRITIES – Il boom delle vendite è sostenuto anche dalla smania di emulare Vip e celebriities che postano sui loro social foto dei loro pet, anche in abbinamento di look matchy-matchy cane-padrone. Molto attenta del look della propria Matilda è, ad esempio, Chiara Ferragni; lo stesso vale anche per Elena Santarelli, che ha recentemente ritratto Neve con un caldo maglioncino, fino al campione automobilistico Lewis Hamilton, stilista d’eccezione del bulldog Roscoe,  e Paris Hilton, pet-fashionista per antonomasia. La pensa allo stesso modo tutta la famiglia di Bruno Vanzan, il più famoso flair bartender del mondo e papà umano del bulldog Gennaro.  Lo conferma anche la rivista People, che riporta un sondaggio secondo cui il 24% dei proprietari di cani solitamente si veste in modalità “matchy-matchy” con il proprio cane.  Precorritrice di questo stile è addirittura la Regina Elisabetta, che già qualche anno fa è stata ritratta nel museo delle cere Madame Tussauds insieme a tutta la famiglia reale e agli immancabili Corgi con indosso il “Christmas Jumper”, il tipico maglione delle feste considerato dagli inglesi vero must have del Natale. 

L’ICONA DI STILE - Il “dog-à-porter” è quindi un fenomeno a metà tra il fashion e il benessere. L’enorme visibilità che i social danno al fenomeno ha portato alla nascita di pet-influencer, vere e proprie icone di stile a quattro zampe; una tra tutte è canadese Tika the Iggy, un levriero italiano di 9 anni di Montreal, che conta oltre 1 milione di seguaci su Instagram, al quale ha dedicato un articolo persino Il Financial Times. 
 

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