Teatro come agorà con un ruolo culturale e civile centrale. Il Piccolo Teatro di Milano ha presentato il secondo segmento della stagione 2021-2022. Un cartellone che vedrà in scena da gennaio otto titoli firmati dal Piccolo (con sei prime nazionali), oltre undici ospitalità, rassegne e il palinsesto Oltre la scena, al cui interno sono racchiuse diverse iniziative, poi la giornata Milano per Gaber e i Festival, tra cui il MIX e a seguire il Milano Flamenco. Nel 2022 termina anche l'anno del centenario strehleriano e si festeggiano i 75 anni della Fondazione Piccolo.
Mentre la pandemia ha mutato il modo di pensare la città che intanto si è trasformata, con la ripartenza il Piccolo porta in scena un teatro che si lascia attraversare dalla città. E questa seconda parte è il tentativo di interrogarsi su cosa significa essere un teatro d'arte per tutti con la volontà di ricostruire, nel tempo e nello spazio, il rapporto con il pubblico, inevitabilmente sfilacciato dai lunghi mesi di isolamento e di promuovere un incontro con pubblici nuovi: lavorando nello spazio, si diceva, perché la proposta culturale intorno agli spettacoli si ramifica, dialogando in modo capillare con i municipi ad abbracciare l’intero perimetro metropolitano in una reinterpretazione attualizzata del decentramento caro a Paolo Grassi.
"Abbandonando il modello diarchico fondato sul binomio direttore generale/direttore artistico per i tre anni a venire il Piccolo Teatro di Milano si apre ad accogliere in sé una comunità creativa articolata, fatta di un insieme di artiste e di artisti 'associati' in dialogo con un gruppo di lavoro di Dramaturg. Una famiglia o una factory per pensare e sperimentare insieme, nel rispetto dei differenti percorsi", ha spiegato il direttore Claudio Longhi. In una nuova idea di teatro, che non si esaurisca nella sola produzione di spettacoli, il Piccolo vuole tendere ad alimentare processi artistici alimentati da sistemi in dialogo tra loro, condivisa progettualità artistica, come voleva l’auspicio dei fondatori: che il Piccolo, cioè, fosse concretamente una casa per gli artisti. Gli artisti associati sono Caroline Guiela Nguyen, Christiane Jatahy, Marcus Lindeen, Pascal Rambert, Tiago Rodrigues, Davide Carnevali, Marta Cuscunà, Marco D’Agostin, Davide Enia, Liv Ferracchiati, lacasadargilla, Stefano Massini, Pier Lorenzo Pisano, Federica Rosellini, Sotterraneo.
Prima in cartellone tra le produzioni troviamo "M Il figlio del secolo" di e con Massimo Popolizio tratto dal romanzo storico di Antonio Scurati. Uno spettacolo che solleva il rapporto tra storia e storie, oltre ad essere un argomento importante per la nostra società con cui fare i conti (che non sono stati fatti del tutto). Le altre opere sono un viaggio nella complessità dell'universo presente. Da segnalare "Zoo" di Sergio Blanco, figura di punta della scena ispano-americana, con Lino Guanciale, per animare una riflessione sul tema della reclusione, sul rapporto uomo-natura e sulle relazioni tra le specie. Intorno a identità che mutano si costruisce "Carne blu" di Federica Rosellini, fiaba nera, racconto di metamorfosi ispirata all’Orlando Furioso di Ariosto e all’omonima creatura mutaforma di Virginia Woolf. A trent’anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, "Falcone e Borsellino. L’eredità dei giusti", racconto per musica, canto e parole recitate, ribadisce il dovere della speranza, della memoria e della testimonianza.
Tra le Ospitalità, spazio a "Pour un oui ou pour un non", la prosa di Nathalie Sarraute diventa banco di prova per due “manipolatori della parola” come Franco Branciaroli e Umberto Orsini. Poi la straordinaria banalità e la disarmante normalità del male viene indagata, attraverso l’immaginario scontro tra Hannah Arendt e Adolf Eichmann, interpretati da Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon, nel nuovo atto unico di Stefano Massini, "Eichmann. Dove inizia la notte". Gabriele Lavia torna a Pirandello scegliendo "Il berretto a sonagli", una commedia nera, amara, comica e crudele, mentre Antonio Latella torna al Piccolo per dirigere un cast straordinario nel capolavoro di Edward Albee, "Chi ha paura di Virginia Woolf?". Da segnalate anche il "Re Lear" di Glauco Mauri e Roberto Sturno e il nuovo spettacolo di Pippo Delbono, "Amore" un viaggio musicale e lirico, sulle malinconiche note del fado, attraverso una geografia esterna e una interna.
A maggio il festival internazionale dedicato a Strehler, con artisti e ensemble, italiani e internazionali, che si alterneranno sui palcoscenici delle tre sale del Piccolo (con qualche incursione anche in altri luoghi della città), tra cui Sergio Blanco (oltre a Zoo, El bramido de Duesseldorf e Cuando pases sobra mi tumba), Serge Aimé Coulibaly (Wakatt), Mimmo Cuticchio/Virgilio Sieni (Nudità), Marco D’Agostin (Best regards), Davide Enia (L’abisso), FC Bergman (The sheep song), Marcus Lindeen (Wild Minds / L’Aventure invisible), Pascal Rambert (Deux amis), Theodoros Terzopoulos (Nora / Io).