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Quirinale, Meloni: "Berlusconi è un patriota, non è un candidato di bandiera e compatta il centrodestra"

La leader di Fratelli d'Italia: "Non accetteremo compromessi, vogliamo un Capo dello Stato che faccia gli interessi della nazione e non del Pd"

"Berlusconi è stato mandato a casa dalle consorterie europee perché non firmava trattati poi firmati da Mario Monti, quindi ha difeso l'interesse nazionale assolutamente". Lo ha detto Giorgia Meloni a chi le chiedeva se il leader di Forza Italia potrebbe essere un presidente della Repubblica "patriota". "Non l'abbiamo mai definito un candidato di bandiera, è un nome che compatta il centrodestra", ha aggiunto il presidente di Fratelli d'Italia.

Per l'elezione del presidente della Repubblica, il centrodestra "ha i numeri per essere determinante", per cui "non accetteremo compromessi - ha precisato Meloni sul palco della manifestazione Atreju -. Vogliamo un Capo dello Stato che faccia gli interessi della nazione e non del Pd, vogliamo un patriota. Dobbiamo batterci per conservare e difendere la nostra sovranità nazionale". 

"La pacchia è finita" - "Noi crediamo che bisogna uscire dal pantano dell'attuale sistema di elezione del presidente della Repubblica ed entrare in una Repubblica presidenziale con un presidente che risponde non a parlamentari eternamente sul mercato" ha detto la Meloni. "Non mi stupisce che sia contrario Giuseppe Conte perché, a occhio, lui non avrebbe fatto il capo del governo con l'elezione diretta e non mi stupisce che sia contrario il Pd che è lì senza mai aver vinto le elezioni A loro basta pilotare le elezioni del presidente della Repubblica per rimanere in sella, ma la pacchia è finita", ha aggiunto.

L'ufficio stampa dell'Eliseo - Giorgia Meloni ha poi ribadito: "Io cerco un capo dello Stato gradito agli italiani, non ai francesi, come dice la sinistra, come dice il Pd. Hanno favorito la svendita ai francesi. Palazzo Chigi è l'ufficio stampa dell'Eliseo, Enrico Letta è il Rocco Casalino di Emmanuel Macron".

Pandemia e restrizioni - Nel suo intervento a chiusura di Atreju, la festa di Fratelli d'Italia che si è svolta in questi giorni a Roma, la leader del partito ha parlato anche della situazione del Covid e relative, possibili, restrizioni. "Questo è il tempo in cui si rischia di rendere vani quei sacrifici per la libertà fatti nel passato. Noi non lo faremo. Ora ogni occasione è buona per limitare la libertà di parola, di manifestazione e le libertà individuali. Ma caro Mario Draghi, avete fatto male i conti: la libertà vale anche in tempi di pandemia", ha detto. 

I sodli del Pnrr - "Vorrei dire a Draghi che è stato incaricato con la responsabilità di portare a terra il Pnrr, segnalo che siete in ritardo. Le risorse sono spalmate su diversi anni e sono a debito: non possiamo permetterci di indebitare ancora di più i nostri figli per soldi che non arrivano o per farli gestire da società straniere. Qui non ci mancano le competenze", ha spiegato riferendosi ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza preparato dall'Italia per rilanciarne l'economia dopo la pandemia.

Draghi e i migranti - Al premier Draghi poi la Meloni si è "rivolta" parlando anche della questione immigrazione. "Il presidente Draghi ammette che la situazione dell'immigrazione irregolare è fuori controllo. Perché non ha firmato la lettera dei 12 governi di Paesi europei per chiedere di usare i fondi per fermare l'immigrazione di massa e chiedo a Draghi: perché il ministro Lamorgese è ancora al suo posto?".

La famiglia naturale - "I figli non si comprano al supermercato, per poi magari abbandonarli come fossero giocattoli rotti quando non ci servono più. Questa non è modernità, è barbarie. Noi continuiamo a difendere la famiglia naturale da chi vorrebbe abolirla", ha detto la Meloni. "Combattere la discriminazione contro gli omosessuali, non c'entra niente con l'identità biologica", ha voluto chiarire. 

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