Iscrizioni scuole superiori, i presidi: “Basta preconcetti, i licei non sono le uniche scuole buone”
Dal 4 al 28 gennaio 2022 gli studenti di terza media dovranno iscriversi al primo anno di scuola superiore. Come fare la scelta giusta? Per Cristina Costarelli, Presidente dell'Associazione Nazionale Presidi del Lazio, è essenziale informarsi e non cadere in luoghi comuni
La scelta della scuola superiore, per i ragazzi di oggi, può essere un passaggio davvero fondamentale. Soprattutto in un momento in cui le certezze sul futuro sono davvero poche. Lo sanno bene le famiglie che, proprio in queste settimane, stanno cercando di aiutare i propri figli a individuare il percorso più adatto per loro in vista dell'apertura delle iscrizioni online al prossimo anno scolastico, previste dal 4 al 28 gennaio 2022. Genitori che però, sicuramente in buona fede, non sempre danno il giusto “suggerimento”, spingendo più verso percorsi tradizionalmente riconosciuti che adatti alle attuali dinamiche del mondo del lavoro e alle doti dei figli.
Tutti al liceo
Bastano pochi numeri. Prendendo a riferimento i dati delle iscrizioni alle prime classi delle scuole secondarie superiori per l'anno in corso (2021-2022) si osserva il tradizionale afflusso di massa verso i licei, che attraggono oltre il 50% degli studenti. Ma in alcune regioni, come ad esempio il Lazio, si raggiungono picchi di oltre il 70%. Di contro, gli istituti tecnici e professionali (per la verità non tutti) hanno visto una flessione nelle adesioni, che nei casi più seri è arrivata ad un calo del 50%. Un quadro poco incoraggiante. A sostenerlo sono direttamente i presidi, come Cristina Costarelli, presidente dell'Associazione Nazionale Presidi del Lazio e, guarda caso, preside di un Liceo, il Newton di Roma, raggiunta dal portale Skuola.net.
Usciamo dai luoghi comuni
Molti dirigenti scolastici – di tutti gli indirizzi – negli ultimi anni, infatti, stanno portando avanti una battaglia personale per debellare quel luogo comune secondo cui solo i licei sono “scuole buone”. Incoraggiando le iscrizioni verso gli altri indirizzi. “Gli istituti tecnici e professionali – sottolinea Costarelli - assicurano anch’essi un’ottima formazione e aprono successivamente alla possibilità di frequentare tutti i percorsi universitari”. Ma come fare a convincere le famiglie e gli studenti ad aprire i propri orizzonti? “Fondamentale – prosegue la dirigente scolastica - è portare i ragazzi verso una riflessione vocazionale, per fargli scoprire le proprie reali attitudini, aiutandoli a capire quale sia il percorso migliore per ciascuno di loro, senza condizionamenti esterni”. Dopodiché, sempre a detta dei presidi, servirebbe una buona dose di curiosità “approfondendo la conoscenza degli ordini di scuole meno noti, degli indirizzi e delle opzioni che offrono, specie se si tratta di tecnici e professionali”.
La scuola di provenienza può aiutare
Necessario, poi, “non farsi condizionare da presupposti non corretti, come ad esempio pensare che il liceo delle scienze applicate sia un percorso più “leggero” di quello tradizionale per il fatto che l’informatica sostituisca il latino: latino ed informatica sono infatti discipline che richiedono uno studio teorico. L’alternativa più applicativa per l’informatica, semmai, è l’istituto tecnico”. Infine, l'invito è di avere fiducia della comunità scolastica di riferimento, tenendo “in considerazione i consigli orientativi delle scuole medie, dal momento che i docenti conoscono molto bene i ragazzi dal punto di vista didattico e degli apprendimenti”.
Il "buon nome" può distrarre
Ostacoli mentali, radicati nel nostro Paese, a cui soprattutto nelle grandi città se ne aggiunge anche un altro: l'attrazione per il “prestigio” della scuola, che porta a una sorta di competizione tra famiglie per iscrivere il figlio negli istituti del centro: “Nei territori periferici – ricorda la dirigente - sono dislocate ottime istituzioni scolastiche, con il valore aggiunto di consentire ai ragazzi di inserirsi pienamente nella propria realtà di vita, evitando anche la pesantezza di lunghi spostamenti”.
Scuola superiore, una scelta importante
Passaggi, quelli appena elencati, da non sottovalutare assolutamente. Perché una scelta superficiale può avere conseguenze negative sia nell'immediato, affossando il rendimento scolastico, sia in prospettiva futura, chiudendo molte porte ai ragazzi: “Purtroppo una scelta sbagliata, affrettata e non ponderata - avverte Costarelli – potrebbe aprire le porte alla frustrazione dei primi anni di scuola superiore e alla dispersione scolastica: per questo è importante ragionare con lucidità e senza pregiudizi in queste settimane per arrivare alla soluzione migliore”.
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