Al Franco Parenti va in scena "Il delitto di via dell'Orsina", noir sull’eterno conflitto tra essere e apparire
Nuova regia di Andrée Ruth Shammah dal 9 al 23 dicembre con Massimo Dapporto e Antonello Fassari
"Il delitto di via dell'Orsina" al Franco Parenti dal 9 al 23 dicembre
Ne "Il delitto di via dell'Orsina" di Eugène Labiche, nuova regia di Andrée Ruth Shammah, al Teatro Franco Parenti dal 9 al 23 dicembre in prima nazionale, "si ride, si canta, si balla, ma alla fine rimane una certa inquietudine", come racconta Antonio Cornacchione, tra gli interpreti dello spettacolo. Divertente commedia noir sull’eterno conflitto tra essere e apparire, la pièce vede sul palco nel ruolo di protagonisti Massimo Dapporto e Antonello Fassari "un'accoppiata con cui non ho mai avuto l'occasione di lavorare, ma assolutamente perfetta per dare vita a questa storia"
Andrée Shammah torna a confrontarsi, in questa nuova regia, con la drammaturgia francese, scegliendo il padre nobile del vaudeville, maestro nella costruzione di equivoci e intrecci, vorticosi e irresistibili, che trascinano i personaggi in situazioni assurde e deliranti.
La trama è semplice, due uomini si risvegliano nello stesso letto, con le mani sporche e le tasche piene di carbone. Non ricordano nulla di quanto accaduto la notte precedente dopo aver lasciato una festa. Da un giornale apprendono che una giovane carbonaia è morta quella notte e, tra una serie di malintesi ed equivoci, si fa strada la possibilità che i due abbiano commesso quell’efferato omicidio. I due protagonisti, per evitare di essere incolpati, si dimostreranno capaci del peggio: l'eliminazione di tutte le prove del loro crimine. Ma un'incredibile ed inaspettata svolta dell'ultimo momento fermerà l’assurda escalation omicida.
“Pensando a questi due personaggi", afferma Shammah: "profondamente diversi l’uno dall’altro: uno ricco, nobile, elegante e l’altro rozzo, volgare, proletario che devono confrontarsi con quello che credono di aver fatto, ho pensato subito a Massimo Dapporto e Antonello Fassari, un’accoppiata con cui non ho mai avuto l’occasione di lavorare, e che non ha mai lavorato assieme, ma assolutamente perfetta per dare vita a questa storia.”
A livello drammaturgico la regista è intervenuta su diversi piani con una ricontestualizzazione dell’opera che non si limita alla sola trasposizione dei fatti in un’altra epoca - l’Italia prefascista. Luoghi e personaggi inclusi i loro nomi sono stati reinventati nel rispetto della musicalità, della ritmicità e del significato dell’originale.
Ma la Shammah è andata anche oltre: "L’ultimo grande lavoro che ho fatto sul testo è stato quello di far entrare la vita. Mantenendo solida la struttura teatrale perfetta costruita da Labiche, mi sono divertita ad inserire elementi presi da altre sue opere per arricchire il testo con molti aspetti della vita profondamente umani e reali. Allo stesso modo umano e reale è anche il contemporaneo conflitto tra essere e apparire, che secondo me è uno dei temi più rilevanti di tutta l’opera. La cosa più importante, per i protagonisti della vicenda, sono le apparenze. Non chi essi siano veramente, ma chi sono per gli altri. E per mantenere le proprie apparenze integre, di fronte allo sguardo e al giudizio della società, sono disposti a fare di tutto, ma proprio di tutto".
E sempre nel nome della verosimiglianza con la realtà la regista si è permessa di inventare alcune aggiunte al testo, dando anche agli attori molto spazio per inventare. "Queste aggiunte, assieme al lavoro di adattamento che ho poi portato avanti nel corso di tutto l’allestimento, hanno fatto sì che lo spettacolo assumesse dei toni e dei significati sempre più verosimili. I personaggi sono diventati più complessi, e quindi più veri. E questa loro maggiore umanità ha contribuito a rendere tutta la vicenda più credibile, più reale, anche se surreale - come tutti gli oggetti di scena - al punto da non poter poi recuperare, alla fine, la strada che aveva preso all’inizio.
Quello che è successo è che, appunto, si è intromessa la vita. E quando nel teatro si intromette la vita, il finale, inevitabilmente, cambia".
Info e biglietteria
Biglietteria
via Pier Lombardo 14
02 59995206
biglietteria@teatrofrancoparenti.it
SU TGCOM24