L'80% dei letti del reparto malattie infettive dell'ospedale di Udine è occupato da persone non vaccinate. "Abbiamo 19 posti e nelle ultime settimane sono sempre stati pieni" racconta a "Controcorrente" uno dei medici in corsia.
Le telecamere entrano in una stanza, che ospita marito e moglie, entrambi sotto ossigeno: "Non siamo vaccinati, i vaccini sono stati fatti troppo in fretta e io mi sentivo più in pericolo per il vaccino che per la malattia. Penso che quando uscirò di qui lo farò, però, perché ho provato cosa vuol dire non riuscire a respirare".
Nella zona rossa dell'ospedale, i pazienti no vax che hanno rischiato la vita hanno, radicalmente, cambiato idea: "Io non sono vaccinato, purtoppo, ma ora vedrò di non far entrare altre persone qui dentro".
L'aspetto che più peoccupa i dottori è la reazione dei famigliari dei pazienti: "Dobbiamo gestire i loro comportamenti aggressivi, molte volte negano l'esistenza della malattia e propongono cure senza alcuna base scientifica. "Qualche giorno fa mi hanno addirittura suggerito di fare clisteri di candeggina a un parente ricoverato" racconta un dottore.