Una settantina di edifici, tutti mappati. Una ricognizione che si è conclusa in questi giorni per ottenere un bagno genderless (né per uomini, né per donne, ma neutro) in ogni struttura dell'ateneo. E' la notizia che arriva dall'Università di Pisa dove il gruppo universitario "Sinistra Per" ha affisso cartelli sui servizi igienici dell'ateneo pisano, coprendo le classiche indicazioni per uomini o per donne. la data stimata per questo cambiamento è giugno 2022, prima della fine del mandato dell’attuale rettore Paolo Mancarella.
Una direzione, quella intrapresa dall’università, che nel 2007 ha già portato all’introduzione della carriera alias, il libretto con un nome diverso da quello anagrafico (18 le richieste già andate in porto).
I cambiamenti in corso - "Se non ci fosse stata la lunga parentesi Covid, che ha fatto slittare tutto di un anno, l’operazione sarebbe già oggi a regime", conferma il professor Arturo Marzano, delegato del Rettore per le attività di Gender studies and equal opportunities (Studi di genere e uguali opportunità), il quale ringrazia: "Avere un pungolo che ti spinge a fare ancora più in fretta è sempre utile".
I nuovi simboli - Al posto dei volantini, che recitano la domanda provocatoria "Questo è un bagno neutro, a casa tua i bagni sono divisi per genere?", adesso si discute su come dovranno cambiare i simboli: "Abbiamo mappato sia i bagni singoli che quelli collettivi. Per i singoli la scelta può essere quella di eliminare qualsiasi etichetta mantenendo solo quella generica che indichi la presenza del wc. Per quelli collettivi l’opzione è togliere ogni simbolo oppure lasciare tra le varie cabine almeno una porta "neutra". Personalmente – ammette il professor Arturo Marzano – preferirei un simbolo politicamente impegnato, un mix di maschile e femminile, come già usato per esempio all’università di Oxford. Rappresenterebbe un modo per riconoscere, in modo evidente, che un terzo genere esiste".
Le altre iniziative - I cartelli bianchi, con bande gialle e viola, riportano anche altri messaggi. "Dividere i bagni per uomo e donna è violenza di genere", si legge. E ancora "Non garantire assorbenti gratis è violenza di genere. Non avere consultori di qualità e centri antiviolenza in università e in città è violenza di genere". Nei bagni infatti, oltre ai cartelli, sono stati posizionati dei cubi di cartone (tampon-box): si tratta di distributori di assorbenti che riportano la scritta "Prendine uno se vuoi, lasciane uno se puoi".