LA PIU’ GOOGLATA

Meghan Markle vince in tribunale ed è la più… “influencer” tra i reali

Un altro punto a favore della moglie di Harry nella guerra contro la stampa inglese

Di lei si dice di tutto. E’ la donna più googlata anche se non è più royal, è la più amata, odiata e anche influente in Rete. Meghan Markle vince l’ennesimo round contro la stampa inglese ancora per la storia della lettera al padre pubblicata sul Daily Mail. E si aggiudica pure il primo gradino del podio come la reale più potente online, superando la Regina e la cognata Kate.

MEGHAN “REGINA” DEL WEB
Gli inglesi l’hanno nominata la più influente al mondo nelle ricerche social. La Markle, nonostante tutto il carico di critiche che si porta addosso, supera la Regina Elisabetta e scavalca perfino l’impeccabile cognata Kate Middleton. La moglie di Harry è la più ricercata su Google (7,4 milioni di ricerche al mese) e i suoi hashtag (10,4 milioni) sono i più utilizzati su Instagram. E’ la donna di cui si è parlato di più nell’ultimo anno.

VINCE UN ALTRO ROUND CONTRO LA STAMPA INGLESE
Insomma, Meghan Markle gongola sui social e aggiunge anche un’altra vittoria nella battaglia legale contro la stampa inglese. La duchessa di Sussex ha vinto nel ricorso presentato dall’Associated Newspaper, gli editori del Daily Mail e del Mail on Sunday, che avevano pubblicato la lettera che Meghan aveva scritto al padre tre anni fa. La Markle è stata costretta ad ammettere di aver detto bugie e aver scritto la missiva in modo particolarmente vittimistico proprio nel caso fosse diventata pubblica. Il tribunale in ogni caso ha dato ragione alla moglie di Harry perché la sua privacy andava rispettata.

MEGHAN: UNA VITTORIA PER TUTTI
La duchessa dalla sua villa di Montecito ha festeggiato con un bel comunicato: “Questa è una vittoria non solo per me, ma per chiunque altro abbia mai avuto paura di difendere ciò che è giusto” ha scritto. E annuncia la voglia di cambiare il mondo dell’editoria: “Ciò che conta ora è che siamo tutti collettivamente più pronti a rimodellare l’industria dei tabloid”.

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