Si è conclusa da poco l'operazione di polizia ad alto impatto denominata "Emma", giunta alla sua settima edizione e messa in campo anche quest'anno dalla polizia postale e delle comunicazioni e dalle forze di polizia cyber di altre 26 nazioni. I dati dell'operazione offrono un bilancio in crescita: le transazioni fraudolente sono state 922 (in aumento rispetto allo scorso anno), ma la risposta della Polizia di Stato è stata pronta in quanto sono stati identificati su tutto il territorio nazionale 356 money mules e recuperati 11,5 milioni di euro, mentre le somme perse complessivamente ammontano a circa 19 milioni.
Money mule - Un money mule è un soggetto che consapevolmente (se membro di un'organizzazione criminale o se versa in stato di bisogno) o inconsapevolmente (se attratto da false proposte di lavoro pubblicate sul web), offre la propria identità per l'apertura di conti correnti, carte di credito ed altri strumenti di pagamento, sui cui vengono poi accreditate somme di denaro provento di attacchi informatici e finanziari ai danni di ignari cittadini. Nel settore del contrasto al Financial Cybercrime, il fenomeno dei money mules rappresenta senz’altro uno degli aspetti consolidati e sempre presenti nelle frodi online. Questi soggetti costituiscono l’ultimo anello della catena attraverso il quale i malviventi monetizzano i proventi del reato. La diffusione di queste figure, allarmante, interessa tutto il mondo.
Come già avvenuto nelle precedenti edizioni dell'operazione, il "dispositivo”" posto in essere ha previsto due distinti segmenti di intervento:
• quello operativo della durata di tre mesi (dai primi giorni di settembre sino a fine novembre), ha visto le Polizie di 19 Paesi dell'Unione europea (Austria, Belgio, Bulgaria, Estonia, Finlandia, Grecia, Germania, Irlanda, Italia, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Repubblica Ceca, Slovenia, Svezia, Spagna, Slovacchia, Ungheria), oltre a Moldavia, Svizzera, Regno Unito, Australia, Singapore, Hong Kong, Colombia e USA (FBI, Secret Service, Department Of Justice e Postal and Inspection Service), eseguire, sotto il coordinamento di Europol e con il supporto di Interpol, della Federazione Bancaria Europea (EBF) e dei partners privati Microsoft, Western Union, Fintrail, Coinbase e Fourthline, una molteplicità di operazioni di polizia giudiziaria nei confronti di gruppi criminali di diverse nazionalità ed estrazione, resisi responsabili di cyber crimini finanziari ai danni di singoli cittadini, piccole e medie imprese ed importanti gruppi bancari e di intermediazione finanziaria.
• la seconda fase dell'operazione, che ha avuto inizio mercoledì e che proseguirà nei prossimi giorni, avrà per oggetto campagne di sensibilizzazione e prevenzione nei Paesi che hanno preso parte all'iniziativa, finalizzate a creare consapevolezza in chi favorisce, con la propria opera, il riciclaggio dei proventi di attività illecite, come le frodi online o il phishing.
I numeri - I numeri complessivi dell'operazione nei diversi Paesi europei, frutto del lavoro di tutte le forze di polizia estere impegnate insieme alla polizia italiana, sono ragguardevoli. Infatti, grazie anche al supporto di oltre 400 istituti bancari e altre istituzioni finanziarie, sono state individuate 7mila transazioni bancarie fraudolente, sono state avviate oltre 2.500 indagini autonome che hanno permesso di prevenire frodi per un danno stimato in 67,5 milioni di euro. Più di 18mila sono stati i muli individuati, mentre sono 324 i loro organizzatori e coordinatori identificati.
L'iniziativa è stata resa possibile anche grazie alla fattiva collaborazione delle banche e degli istituti di credito italiani, attraverso CERTFin e ABI che hanno assicurato supporto in tempo reale agli investigatori, grazie alla piattaforma per la condivisione delle informazioni denominata “OF2CEN”, realizzata appositamente dall'Italia al fine di prevenire e contrastare le aggressioni criminali ai servizi di home banking e di monetica.
In linea con la strategia europea, è stato realizzato materiale video e grafico che sarà divulgato da ciascun partner, bancario e non, attraverso i propri canali di comunicazione, per informare opportunamente la cittadinanza sui rischi della Rete e sulla necessità di adottare ogni utile accorgimento per contrastare il fenomeno.