"Il dolore è devastante. Non tornerò più in quella casa, non voglio più entrarci. Non riesco a pensare a cosa sia potuto succedere quel giorno terribile lì dentro". E' stata dimessa dall'ospedale, dove era stata ricoverata in stato di shock dopo l'uccisione del figlio Matias, 10 anni, per mano del padre Mirko Tomkow, 44 anni, ma Marjola Rapaj, 32, non riesce a riprendere in mano la sua vita. Al momento, la donna vive dalla sorella Marcela e torna su quel tragico fatto accaduto a Vetralla, nel Viterbese, in un'intervista a Il Messaggero.
"In questo momento di grande dolore non sono in grado di poter spiegare quello che sto provando", aggiunge la donna, nata in Albania e in Italia dal 2005.
Lo scorso 16 novembre, il suo compagno, nonostante avesse da settembre un divieto di avvicinamento a moglie e figlio, è andato nella casa dove si trovava il bimbo da solo, dopo la scuola, e lo ha ucciso.
Nell'intervista a Il Messaggero, Marjola Rapaj ringrazia "tutti quelli che stanno aiutando me e la mia famiglia, con il loro affetto e il loro supporto, in questo momento". "In particolare - aggiunge - voglio ringraziare le suore Benedettine che ci hanno subito offerto aiuto. Stanno facendo molto il sindaco Aquilani, che ci è stato molto vicino, e l'amico Maurizio Farnese per la sua vicinanza e la sua disponibilità". E' stata aperta una campagna di donazioni.