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Orizzonte Due Ruote, i rischi della nuova mobilità  

La pandemia ha reso ancor più vicino e lampante il futuro, con una mobilità nuova e allargata, in cui le due ruote saranno un attore sempre più importante

La pandemia ha reso ancor più vicino e lampante il futuro, con una mobilità nuova e allargata, in cui le due ruote saranno un attore sempre più importante”. A dirlo è stato Pier Francesco Caliari, direttore generale di Confindustria Ancma (lʼassociazione dei costruttori di bici e moto) nel corso del convegno “Orizzonte Due Ruote” organizzato alla 78° edizione di Eicma. “Un futuro tutto da scoprire e con alcuni protagonisti nuovi ‒ continua Caliari ‒ come ad esempio le biciclette elettriche e i monopattini”.

E se il futuro ci prepara a un traffico sempre più intenso di questi nuovi veicoli, allora sarà il caso dʼintervenire fattivamente sulla sicurezza legata alla loro circolazione, e a quella degli altri utenti della strada. Da qui alcuni consigli proposti da Ancma, prendendo a piene mani dalle nuove tecnologie, che già stanno arricchendo il settore automotive. Ad esempio lʼairbag elettronico per i veicoli a due ruote, o la chiamata automatica dʼemergenza (Emergency Call) da montare anche nel casco, dopo che lʼUnione Europea ha voluto introdurla dʼobbligo sulle automobili di nuova produzione. Dalla Spagna, invece, arriva un suggerimento utile: lʼobbligatorietà dei guanti quando si guida una moto.

Le nuove tecnologie potrebbero essere dʼaiuto, come anche potrebbero le infrastrutture che, invece, scontano ritardi e lentezze. Servirebbero strade “smart”, cioè reti viarie connesse e semaforistica intelligente, in grado di gestire in modo elastico i flussi di traffico. Per Ancma, in sintesi, bisogna intervenire sia dal lato pubblico che da quello privato, per evitare il rischio di arrivare impreparati quando su strada troveremo milioni di monopattini elettrici, hoverboard, e-bike e quadricicli sempre più sofisticati e veloci.

In questo nuovo modo di intendere la mobilità, oltre alla sicurezza del prodotto, su cui dobbiamo continuare a lavorare ‒ conclude Caliaridevono avere un ruolo anche le istituzioni e gli stessi motociclisti. Le prime attraverso la realizzazione di infrastrutture più sicure, i secondi con un maggiore senso di responsabilità”.

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