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Il Malawi a Mike Tyson: "Diventa nostro ambasciatore della cannabis" | Ma è polemica

Il ministro dell'Agricoltura del Paese africano ha inviato una lettera ufficiale alla leggenda della boxe, che in California ha intrapreso il business della marijuana terapeutica

Afp

Si è reinventato "re della marijuana", dopo essere stato una leggenda della boxe ed essere finito economicamente al tappeto, e ora potrebbe diventare "ambasciatore della cannabis per il Malawi". Questo sarà il nuovo titolo di Mike Tyson, ormai lanciato nel business della cannabis terapeutica, dopo aver avviato un'azienda di piantagioni in California nel suo Tyson Ranch? Basterà accettare l'offerta arrivata dal ministro dell'Agricoltura del Malawi Lobin Low, che punta a rilanciare con l'immagine dell'ex pugile l'industria locale. "Da soli non possiamo farcela in questo settore così complesso, abbiamo bisogno di un partner", la motivazione ufficiale del Paese africano. Ma parte della società civile del Malawi è contraria alla nomina di questo testimonial.

Eppure, a Lilongwe, la capitale del Malawi, sono di questo avviso: "Chi meglio dell'ex campione mondiale dei pesi massimi che ora è un imprenditore e ha investito in una fattoria di cannabis negli Stati Uniti?". Tyson, infatti, secondo Cheat Sheet, con quel suo investimento in California guadagna 410mila euro mensili, ai quali bisogna però togliere i 33mila per consumo personale.

Nel Paese, uno dei più grandi produttori di cannabis dell'Africa meridionale, si coltiva la varietà Malawi Gold e nel 2020 il parlamento ha legalizzato la coltivazione e la lavorazione della cannabis per usi industriali e medicinali, ma non ha depenalizzato il suo "uso ricreativo".

Stando alla Bbc che riporta una fonte del ministero dell'Agricoltura, la United States Cannabis Association ha avviato un tavolo per facilitare l'accordo con Tyson. Con questa mossa il governo di Lilongwe spera di "attirare alcuni investitori e persino potenziali acquirenti", ha commentato il portavoce del ministero Gracian Lungu all'agenzia di stampa Afp.

Ma contraria sulla scelta del testimonial si leva la voce del Center for Public Accountability, associazione civile locale: Tyson è stato bocciato per il suo passato criminale. "Il Cpa non riesce a comprendere perché il Malawi vorrebbe avere uno stupratore condannato come ambasciatore del marchio, soprattutto in questo momento, quando gli sforzi per frenare la violenza contro le donne fanno parte dell'agenda del governo", ha dichiarato in una nota il direttore ad interim dell'associazione Kondwani Munthali.

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