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Violenza contro le donne: una Giornata che da sola non basta

I drammatici dati di cronaca ci richiamano quotidianamente alla gravità di una strage continua

Ogni giorno aprendo il giornale troviamo notizia di una donna uccisa dal suo ex. Sono omicidi efferati, che spesso coinvolgono i figli piccoli e le altre persone eventualmente presenti in quel momento, come parenti o vicini di casa. Tutto perché un uomo non si rassegna alla fine del rapporto e al no di una donna che non ci sta più. Molte volte l’omicidio, anzi il femminicidio, si consuma dopo che la vittima ha ripetutamente denunciato l’uomo e ha cercato di proteggersi in ogni modo possibile; altre volte, invece, la violenza ha una forma strettamente privata tra le mura di casa, prolungandosi per settimane o mesi e concludendosi nel modo più feroce. La Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, che si celebra il 25 novembre, vuole richiamare l’attenzione di tutti su questa strage che ha consumato 109 vittime tra il 1° gennaio e il 21 novembre 2021. Una donna ogni tre giorni ha perso la vita in questo modo. Solo nel periodo 15-21 novembre sono state registrate altre 6 vittime.  

Secondo gli ultimi dati a cura del Minitero degli Interni,  delle 109 donne uccise, 93 hanno perso la vita in ambito familiare o affettivo, mentre 63 sono state uccise dalla mano del partner o dell’ex- partener che non si rassegnava alla fine del rapporto. La Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne si propone come un mezzo per focalizzare l’attenzione generale su questa strage incessante e per invitare i governi del mondo a istituire ogni freno possibile per arginarla. Secondo l’Evidence Brief 2019 dell’OMS, in tutto il mondo circa il 35% delle donne ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale, e il 38% dei femminicidi è compiuto dai partner. L’Italia non è esclusa da questo triste quadro: come mostrano i report dell’ISTAT 2015 e 2018, il 31,5% delle donne fra i 16 e i 70 anni ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale e il 54,9% dei femminicidi è stato commesso da un partner o ex partner.

La Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata istituita nel 1998 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, la quale ha sancito l’internazionalizzazione della data del 25 novembre per commemorare le donne vittime di violenza di genere. Successivamente, il 17 dicembre 1999, ha promulgato la risoluzione 54/134, istituendo la Giornata Internazionale. La data del 25 novembre è stata scelta per commemorare il brutale omicidio delle tre sorelle Mirabal, assassinate a Malcedo, in Repubblica Dominicana, in questo giorno del 1960. Le tre donne erano attive oppositrici del regime di Rafael Leónidas Trujillo, il dittatore che ha tenuto il Paese in uno stato di arretratezza e di caos per oltre 30 anni. Le tre donne, Patria Mercedes, María Argentina Minerva e Antonia María Teresa Mirabal, furono bloccate per strada da un gruppo di agenti del Servizio di informazione militare mentre si recavano a far visita ai loro mariti, trattenuti in prigione per le loro attività contro il regime trujillista.  Le sorelle furono seviziate, brutalmente assassinate e infine lanciate da un dirupo con la loro auto per simulare un incidente. L’omicidio de “Le farfalle” (questo era il nome in codice delle tre sorelle) scatenò però una grande e commossa reazione popolare sfociata, nel 1961, nell’uccisione di Trujillo e quindi nella fine della dittatura. 

Oggi le azioni di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne utilizzano spesso come simbolo le scarpe rosse, di volta in volta indossate o esposte pubblicamente in installazioni scenografiche e commuoventi. La consuetudine viene da un celebre progetto di arte pubblica, creato dall’artista messicana Elina Chauvet e intitolata “Zapatos Rojos”, che significa, appunto, scarpe rosse. Si compone di centinaia di paia di scarpe femminile di quel colore e di ogni foggia, raccolte per passaparola o attraverso i social media, e collocate ordinatamente lungo un percorso urbano, per simboleggiare la marcia silenziosa di donne che non ci sono più o che non hanno voce per esprimere la loro sofferenza.  

Tra le iniziative di quest’anno, ricordiamo l’impegno di Mediaset, con la campagna di comunicazione “Mediaset ha a cuore il futuro”, nella quale si invitano le vittime a contattare l'1522, numero anti violenza e stalking di pubblica utilità, attivo 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno. Il numero 1522, attraverso il supporto alle vittime, sostiene l’emersione della domanda di aiuto, con assoluta garanzia di anonimato.

La Fondazione Valter Longo Onlus in collaborazione con CADMI creerà Centri e “Punti Longevità” all’interno delle Case di Accoglienza dell’associazione Cadmi, per offrire supporto ed assistenza alle donne che con forza e determinazione seguono un percorso di uscita dalla violenza. Il Progetto si svilupperà lungo varie direttrici: formazione ad hoc di nutrizioniste e psicologhe per creare un percorso condiviso di collaborazione, organizzazione di eventi di sensibilizzazione, consulenza nutrizionale gratuita e personalizzata per le ospiti CADMI.

Ricordiamo anche l’iniziativa “Scarpette Rosse In Ceramica” delle 45 Città Italiane della Ceramica Artistica, un progetto nazionale in progress, al quale partecipano tutte le Città aderenti ad AiCC (Associazione Italiana Città della Ceramica), nel quale vengono create installazioni artistiche di scarpe in ceramica di ogni foggia (scarpe, sandali, zoccoli, stivali, modellati, cotti al forno, dipinti, smaltati, rigorosamente a mano, ed esposte in luoghi pubblici e istituzionali. Al tradizionale colore rosso si accosta quest’anno il blu, per ricordare le violenze inaudite a cui sono sottoposte le donne afghane. 
 

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