Scalata a Tim, il titolo vola in Borsa e va a +30% dopo l'offerta Kkr | La politica si schiera e il governo prepara la riunione dei tecnici
Ma i francesi di Vivendi sono pronti ad alzare le barricate: "Quello messo sul piatto è insufficiente". Salvini dice "no allo spezzatino", Meloni chiede che il governo riferisca in Parlamento. L'esecutivo a breve convocherà la riunione dei "tecnici"
Il titolo di Tim vola in Borsa e chiude a +30,25%, dopo l'offerta del presentata dal fondo americano KKr. Il titolo tocca quota 0,451 euro si avvicina al prezzo proposto dagli statunitensi, di 0,505. L'azionista di riferimento Vivendi, secondo fonti vicine al gruppo francese, considererebbe l'offerta "insufficiente" perché "non riflette il reale valore di Tim". Il gruppo di lavoro creato dal governo per seguire la vicenda potrebbe riunirsi già in settimana, per fare un primo esame delle carte. Particolare attenzione su occupazione ed asset strategici, si valuta il golden power sulla rete. I sindacati si mobilitano e chiedono un incontro con l'azienda. Intanto i partiti cominciano a schierarsi.
Sindacati: "Governo chiarisca la sua posizione" - "Il governo prenda una posizione urgente e chiara che preservi le infrastrutture del Paese e gli occupati del settore". E' quanto chiedono attraverso una lettera unitaria i sindacati di categoria delle telecomunicazioni, Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, dopo la proposta d'acquisto di Tim da parte del fondo americano Kkr.
L'esecutivo, dal canto suo, segue con attenzione la vicenda e il 'supercomitato' di ministri ed esperti potrebbe riunirsi già in settimana per un primo esame del dossier e per valutare la possibilità di esercitare il golden power a tutela della rete nel caso in cui un altro investitore straniero faccia il suo ingresso in Tim. L'1 dicembre i sindacati incontreranno l'azienda per valutare futuro e prospettive di Telecom Italia di fronte a un possibile nuovo cambio di proprietà.
La politica inizia a schierarsi, Salvini: "No a spezzatino" - Secondo il leader della Lega, Matteo Salvini, "non serve un'operazione finanziaria che rischia di portare ad uno spezzatino di una realtà così importante per il Paese" come Tim e, "visti i non brillanti risultati degli ultimi mesi, il cambio ai vertici auspicato da più parti pare tema non piu' rinviabile". Netta la leader di FdI, Giorgia Meloni: "Fratelli d'Italia chiede al governo di riferire subito in Parlamento sul dossier Tim, che tocca uno dei settori strategici della nostra nazione". E il dem Graziano Delrio fornisce questa lettura: "Il governo ha scelto di essere arbitro in questa fase ma deve essere un arbitro parziale cioè difendere i cittadini e loro diritto alle opportunità che offre la rete".
Per i deputati M5S in commissione Trasporti, ancora, "la difesa degli interessi nazionali e dei livelli occupazionali devono essere la priorità" e anche i senatori pentastellati in commissione Lavori pubblici e Comunicazioni chiedono che l'esecutivo riferisca in Parlamento. Ma si registra anche il pressing sul governo da parte di LeU per "tutelare - sostiene il senatore Francesco Laforgia - l'interesse dei cittadini da operazioni speculative". Non finisce qui. Il senatore di FdI e presidente del Copasir, Adolfo Urso, è prudente: "Il Comitato, rispetto a quanto prevede la legge, farà le sue valutazioni e poi, se vuole, si esprimerà come Comitato. Non mi esprimo certo io". Da Forza Italia, infine, la vicepresidente dei deputati Claudia Porchietto "auspica" che il governo utilizzi lo strumento del golden power: "È importante che l'Italia anteponga l'interesse del Paese e la tutela delle sue società più importanti come Tim, la nostra maggiore società di telecomunicazioni, le cui implicazioni in caso di cessione a un fondo straniero sarebbero molto rischiose".
I paletti del governo, a breve il supercomitato - C'è attesa per il supercomitato di ministri ed esperti pronto a riunirsi a breve per cominciare a vedere le carte. Con un mandato ben chiaro: analizzare la proposta del fondo Usa con la massima attenzione su due questioni considerate cruciali, rete e occupazione. E sapendo di avere in mano l'arma del Golden Power. Oltre all'ipotesi, che secondo indiscrezioni il governo starebbe valutando, di rafforzare il ruolo di Cdp, che ha una partecipazione del 9,81% in Tim e il controllo l'operatore della fibra Open Fiber: un'opzione sarebbe quella di creare una nuova rete che coinvolga entrambe le società, da porre sotto il controllo pubblico. Della task force fanno parte gli esponenti di Governo competenti (i ministri Franco, Giorgetti e Colao, i sottosegretari alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli e Franco Gabrielli, il consigliere economico del premier Francesco Giavazzi e il capo di gabinetto del Tesoro Giuseppe Chinè), ma anche amministrazioni ed esperti. Al centro delle preoccupazioni del governo c'è prima di tutto la rete di Tim, con i suoi 114,3 milioni di km di rame e 20,4 milioni di km di fibra, ma anche quella di Sparkle, società del gruppo che gestisce una rete di cavi in fibra da oltre 600mila km fra Europa, Africa, America e Asia. "Tim è il maggiore operatore di telefonia del Paese. E' anche la società che detiene la parte più rilevante dell'infrastruttura di telecomunicazione", ci tiene a sottolineare il Tesoro, che è azionista di Tim attraverso Cassa Depositi e Prestiti (9,81%). I progetti del fondo Kkr per l'infrastruttura di Tim saranno dunque l'osservato speciale del governo.
Nel mirino, poi, ci sono anche altre questioni particolarmente care al governo. Il gruppo di lavoro dovrà infatti capire se il progetti del fondo americano sono compatibili con l'obiettivo del rapido completamento della connessione con banda ultralarga, in linea con quanto previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ma anche con gli investimenti necessari nello sviluppo dell'infrastruttura e soprattutto con il delicato tema della salvaguardia e crescita dell'occupazione. Sullo sfondo il governo guarda con attenzione anche al dopo Gubitosi, con i nomi che già circolano come possibili successori, dall'interno Pietro Labriola, ceo di Tim Brasil, all'ex a.d. di Cdp Fabrizio Palermo.