Giornata della sicurezza nelle scuole: in che condizioni versano i nostri istituti?
L'ultimo report di Cittadinanzattiva fa un bilancio: solo nell'ultimo anno si sono verificati circa 35 crolli, una media di tre al mese, a cui vanno aggiunti i casi più recenti
Il 22 novembre 2008 Vito Scafidi, uno studente 17enne del Liceo Darwin di Rivoli perdeva la vita a scuola a causa del crollo di un controsoffitto. Quella data infausta ha offerto l’opportunità per istituire la Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole. Perché a distanza di 13 anni da quella triste pagina della nostra storia recente, è ancora d’attualità parlare di sicurezza negli istituti e di crolli, di prevenzione e dei pericoli che i ragazzi e i docenti corrono tra i banchi. A tal riguardo, Cittadinanzattiva ha pubblicato lo scorso settembre il XIX rapporto dell’Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola, che ci aiuta a fare un punto sulle condizioni in cui versano i nostri istituti dal punto di vista strutturale, ma anche a illustrare quali interventi sono previsti per l’edilizia scolastica nei prossimi mesi. Interventi che sono stati anche al centro dell’incontro di oggi dell’Osservatorio nazionale per l’edilizia scolastica convocato dal ministro Patrizio Bianchi.
Quanti crolli ci sono stati nell'ultimo anno?
Come sottolinea il portale Skuola.net, riassumendo i contenuti dell'indagine, Cittadinanzattiva denuncia ben trentacinque episodi di crolli verificatisi a scuola tra settembre 2020 e agosto 2021. Circa tre al mese. A questi, poi, vanno aggiungi altri 6 casi avvenuti tra la fine di ottobre e l’11 novembre. Nel liceo Boggio Lera di Catania, il 10 novembre, è crollato il tetto a causa delle piogge; lo stesso giorno è avvenuto un crollo a Massa, nella palestra della scuola media Staffetti. A Torre del Greco, il comprensivo è stato chiuso fino al 19 novembre per dei crolli di intonaco nei corridoi e lo scorso 5 novembre a Rodigo, in provincia di Mantova, è crollato il controsoffitto in un’aula della scuola primaria. Crolli nel controsoffitto a causa delle piogge anche nel plesso Don Milani di Paternò lo scorso 3 novembre; inoltre sempre a Catania, a fine ottobre, si è staccato parte del muro di sostegno che circonda il plesso scolastico Fontarossa.
Le scuole italiane sono sicure?
Gli ancor troppo numerosi episodi di crollo di quest’anno attestano l’importanza delle indagini diagnostiche di soffitti e solai ma anche l’urgenza di garantire gli interventi da esse evidenziati. Ma non sono la sola criticità del sistema scolastico elencate dal rapporto: resta da risolvere, ad esempio, la problematica delle “classi pollaio”, ovvero le quasi 17.000 classi con più di 25 alunni, di cui oltre la metà riguardanti gli istituti superiori.
Tra le altre "falle" che espongono le nostre scuole a rischi ci sono poi quelle che riguardano le certificazioni: infatti, più della metà degli istituti scolastici è privo del certificato di agibilità statica (54%) e di quello di prevenzione incendi (59%); il 39% è senza collaudo statico. Il 43% delle scuole si trova in zone ad elevata sismicità.
Quali interventi sono previsti per l'edilizia scolastica?
Gli edifici scolastici sono numerosi e gestiti dagli enti locali, il che è garanzia di complessità. Già solo per completare l’Anagrafe dell’Edilizia Scolastica ci sono voluti circa 20 anni dall’entrata in vigore, nel 1996, della legge che ne stabiliva l’istituzione. Ad oggi i dati ufficiali ci riportano più di 40.000 edifici attivi, la maggior parte dei quali costruiti prima del 1975.
Va detto che, negli ultimi 10 anni, sono stati destinati fondi per oltre 7 miliardi di euro, così come riportato sul sito ministeriale di riferimento. Ovviamente non sufficienti a riqualificare l’intero patrimonio edilizio scolastico, ma se non altro meglio di niente. Il problema, semmai, è nella modalità di gestione di questi fondi. Perché li eroga il Ministero dell’Istruzione ma poi spetta agli enti locali, proprietari delle strutture, presentare i progetti e poi eseguirli.
I fondi del PNRR destinati alle scuole
A tutto questo vanno aggiunte le risorse destinate dal PNRR all’edilizia scolastica che, invece, ammontano complessivamente a 12,66 miliardi. Secondo quanto ricostruito dal rapporto di Cittadinanzattiva, di questi solo il fondo di 800 milioni per la sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica, che serviranno per sostituire 195 nuovi edifici soprattutto in zone ad alto rischio sismico è incluso nell'edilizia. Tutti gli altri investimenti e interventi rientrano nell’ambito dell’Istruzione e Ricerca. I principali sono: il Piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica, di 3,9 miliardi per sicurezza, miglioramento delle classi energetiche e risparmio dei consumi di un numero per ora imprecisato di edifici, in particolare nelle aree svantaggiate; è inoltre previsto il Piano Scuola 4.0, che prevede 2,1 miliardi, per la trasformazione di spazi scolastici affinché diventino “connected learning environments”. A questi due interventi va aggiunto l’investimento di 4,6 miliardi che il Piano prevede per la costruzione, riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici per l’offerta educativa di asili nido e scuole dell’infanzia.
Diritto allo studio significa anche sicurezza
Vista l’età complessiva degli istituti scolastici italiani che si attesta sui 53 anni, e l’incuria in cui versano, è facile comprendere come i fondi del PNRR siano un’opportunità più che unica. I recenti crolli infatti non hanno registrato vittime, ma la sensazione è che non ci si possa affidare alla fortuna; anche perché già in passato il nostro Paese ha fatto i conti con le morti di studenti e docenti mentre erano a scuola. E’ il caso della scuola media “Cavalcaselle” di Porto di Legnago (Verona), nel quale perse la vita una ragazza di 14 anni; e ancora, come dimenticare il crollo della scuola di San Giuliano di Puglia (in Molise), in cui persero la vita 27 alunni e una docente. Nel 2008 ci fu il già citato crollo del controsoffitto di una scuola nel torinese che costò la vita a un giovane studente, mentre nel 2009 crollò la casa dello studente dell’Aquila con la morte di 8 studenti e del custode. La speranza è che questi episodi vengano, se non azzerati, quantomeno ridimensionati; perché la scuola non può non essere un posto sicuro.
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