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Vittorio Sgarbi porta in scena Dante e Giotto: "Due grandi narratori del sentire dell'uomo"

Dal 23 al 28 novembre, in prima nazionale, al teatro Manzoni di Milano va in scena "Dante Giotto", nuovo spettacolo del critico d'arte

Ufficio stampa

Debutta in prima nazionale al teatro Manzoni di Milano "Dante Giotto", il nuovo spettacolo di Vittorio Sgarbi. In scena dal 23 al 28 novembre, il critico d'arte in questo nuovo testo mette in relazione paritetica il sommo poeta con il coevo pittore. Le musiche dello spettacolo sono composte ed eseguite dal vivo da Valentino Corvino che suonerà violino, viola, oud ed elettronica.

Dopo l'esordio avvenuto al Festival La Versiliana nell'estate 2015 "Caravaggio" e aver poi rinnovato quell'esperienza nei sequel altrettanto fortunati di "Michelangelo" (2017/18), "Leonardo" (2018/19) e "Raffaello" (2019/20), Vittorio Sgarbi torna alla sua dimensione teatrale con uno spettacolo che presenta un cambio di rotta, mettendo insieme due personaggi come Dante e Giotto, dediti ad arti diverse ma con una medesima idea dell'uomo e importanza nella storia del nostro Paese.

Le performance di Sgarbi hanno dimostrato fin qui come artisti antecedenti il nostro secolo abbiano fortemente inciso il modo di percepire il quotidiano in cui siamo immersi e anche questo spettacolo ne è la conferma. Entrambi eminenti attori di una nuova raffigurazione culturale, le opere di Dante e Giotto hanno condizionato i modelli stilistici a seguire, influenzato canoni filosofici, sociali e spirituali del tempo, giungendo a noi come imprescindibili fondamenti di cui facciamo quotidianamente esperienza. "Dante e Giotto sono due punti di inizio: il primo scrittore italiano e il primo pittore moderno - spiega -, entrambi iniziatori di una grande storia che arriva fino a noi. Sono tempi che non finiscono. La Divina Commedia è la proiezione di un mondo che Dante ha vissuto ma che ha degli equivalenti nel nostro tempo". 

"Dante è un grande inventore di personaggi, di storie e in più in lingua italiana. Il grande racconto di Dante è un racconto che indica una nazione: dove c'è una lingua c'è una nazione e noi con Dante abbiamo un'Italia ben prima che la uniscano Cavour, Garibaldi e Vittorio Emanuele II - spiega Sgarbi -. Ma questo vale anche per la pittura, che inizia con Giotto. Il Rinascimento si configura come uno stile europeo, che parte dalla Sicilia e arriva alla Germania e in questo Rinascimento c'è l'anima vera dell'Italia. Ma il fondatore di questo, seppure ai suoi albori è Giotto che invece di dipingere delle immagini ripetitive legate al mondo bizantino  descrive l'italiano, dei personaggi, delle tensioni. Fa quindi con la pittura quello che ha fatto Dante con la parola". 

Nello spettacolo si parlerà di un canto dell'Inferno e di due del Paradiso: tra questi c'è l'undicesimo, quello in cui si compie la congiunzione tra Dante e Giotto. "Si tratta qui dei due santi principali della nostra religione, Francesco e Domenico - spiega Sgarbi -. Il primo è il santo della povertà, il secondo è l'intellettuale che indica i principi fondamentali della conoscenza. In quel momento possiamo agganciarci al ciclo da cui parte l'opera Giottesca, che è quello della basilica superiore di Assisi, dove in alcuni momenti, Giotto, illustrando pezzi della vita di Francesco riesce a essere quasi più espressivo dello stesso Dante".

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